Il grido di allarme che arriva dalle cooperative. La testimonianza di un operatore
Abbiamo intervistato un operatore di una delle tante cooperative sociali che operano in Toscana. Una testimonianza raccolta via telefono e su richiesta dello stesso (o della stessa) avvolta nell'anonimato.
I lavoratori e le lavoratrici non temono tanto ritorsioni dalle cooperative quanto che le loro dichiarazioni siano preso a pretesto dai committenti pubblici per rivalersi sulla Cooperativa stessa, sugli appalti e sui singoli lavoratori.
Qual'è la vostra situazione?
Ormai siamo rimasti meno della metà a lavoro e quasi tutti con orario
ridotto, salvo alcune strutture e realtà, di fatto gran parte delle attività sociali sono chiuse o quasi
In quali condizioni lavorate?
Il lavoro è stressante sia a livello fisico sia, direi
sopratutto, a livello mentale. Fortunatamente la solidarietà tra
colleghi\e non manca.
I dispositivi di sicurezza ci sono e non ci sono, fatta eccezione per
amuchina e guanti usa e getta. Le mascherine sono abbastanza ridicole e
lasciano il tempo che trovano ma il problema riguarda i settori pubblici come quelli privati. Le mascherine che ci hanno consegnato quelle che riusciamo a
trovare, quindi per lo piu' inadeguate a prevenire il contagio
Tra le preoccupazioni che attanagliano i lavoratori, quelli fermi e
quelli a orario ridotto, c'è senz'altro il tema retributivo.
Non è ancora chiaro come saranno considerate le ore non lavorate.
Le comunicazioni che ci sono giunte in un primo momento parlavano di
una richiesta di cassa integrazione o FIS, ma nell'ultimo periodo non
abbiamo ricevuto nuove. Speriamo entro questo fine settimana di sciogliere i nodi perchè abbiamo mutui, affitti da pagare, ci sono figli e familiari che vivono con il nostro stipendio.
Altre preoccupazioni?
La prima è legata alla nostra salute e sicurezza, ad esempio nel paese si sta sottovalutando la situazione nelle carceri e tra i senza fissa dimora, tra i migranti, tutte situazioni nelle quali il cosiddetto distanziamento sociale non si puo' mantenere e nelle quali il contagio di uno potrebbe essere una bomba ad orologeria con altre migliaia di contagi.
Molti\e di noi sono preoccupati\e per la mancanza di banca ore positiva e permessi
da usare o in alternativa di ferie...ipotesi anche questa prospettata dai vertici della cooperativa.
In questa situazione si pensa e si vive alla giornata, nonsi pensa al dopo ma immancabilmente a fine di questa emergenza saranno altri i problemi che sorgeranno.
Personalmente temo che in un settore come quello del sociale, già
fortemente tagliato, i tagli proseguiranno con maggior forza e, nel
cercare di ritirare su un'economia allo stremo, i servizi non produttivi
saranno quelli in maggiore sofferenza con la cancellazione di tanti posti di lavoro e il depotenziamento del welfare.. La crisi che stiamo
vivendo, a livello lavorativo, è solamente all'inizio e le ripercussioni
si vivranno nel lungo periodo. Magari questa è solo una mia
considerazione pessimistica ma temiamo di non essere smentiti
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