Pubblico Impiego: lavoro , smart e ferie. Facciamo il punto!!
In queste ore gli Enti locali stanno emanando varie ordinanze sulle modalità di gestione degli uffici e dei servizi.
In oltre 15 giorni non sono riusciti a prevedere una diversa organizzazione, all'inizio hanno sottovalutato l'emergenza intimando ai lavoratori e alle lavoratrici, anche dei servizi chiusi, di recarsi nel luogo di lavoro, poi con l'estendersi del contagio hanno messo in ferie il personale dei servizi non essenziali.
E cosi' molti dipendenti hanno già esaurito le ferie del 2019, recuperato le ore eccedenti ma talvolta iniziando ad utilizzare il monte ferie del 2020.
Gran parte dei dirigenti non sono stati capaci di organizzare con modalità diverse i servizi, inventarsi anche da casa un servizio magari innovativo, a molti\e non si è concesso lo smart per motivi risibili almeno fino ad oggi, con gli ultimi decreti legge che ritengono lo smart working come la soluzione prioritaria per svuotare gli uffici pubblici assicurando l'attività lavorativa. Ma allo stesso tempo non tutti i luoghi e gli strumenti di lavoro sono stati oggetto di sanificazione, igienizzazione, in molti Enti hanno perfino lesinato su questi interventi.
Nonostante la drammaticità del momento non poteva mancare la Corte dei Conti , anzi sembra che i Segretari Generali abbiano atteso la Magistratura contabile prima di intervenire con atti Ente per Ente.
Nonostante le migliaia di morti, le decine di migliaia di contagiati (e perfino la Protezione Cvile parla di numeri assai superiori alle statistiche ufficiali), una emergenza che riguarda gran parte dell'UE, e non solo, la Corte dei Conti vigila sui dipendenti e sui dirigenti pubblici, non su quanti per anni hanno privatizzato la sanità riducendola al collasso, non sulla classe politica che ha sperperato soldi che avrebbero potuto essere investiti negli ospedali nei quali oggi mancano posti letto, medici e personale sanitario.
La Corte dei Conti dice che l'art 87 del decreto Cura Italia, quello che ci mette a casa retribuiti se non esistono altre modalità di impiego, va utilizzato solo come estrema ratio, dopo le ferie arretrate, i congedi e tutti gli istituti contrattuali possibili, l'utilizzo di personale magari nei servizi essenziali.
E si demanda ai singoli Dirigenti il compito di decidere a chi concedere l'esenzione dal lavoro e a chi no, con atto scritto dettagliato che poi sarà valutato dalla Magistratura Contabile. Immaginiamoci allora, con la mannaia del danno erariale, quali potranno essere le decisioni.
Come il runner diventa l'untore (non le fabbriche e i magazzini aperti, non l'affollamento negli ipermercati...) oggi sul banco degli imputati arriva il dipendente pubblico e c'è poco da cantare vittoria come fanno Cgil Cisl Uil perchè le risposte fornite sono l'ennesima dimostrazione di scelte politiche e amministrative all'insegna dello scaricabarile e della colpevolizzazione dei lavoratori.
Anzi scaricando sui singoli dirigenti l'onere delle decisioni si prefigurano contenziosi individuali che alla fine delegittimeranno lo stesso sindacato riducendone la funzione a quella di un patronato. E molti lavoratori difficilmente si metteranno contro i loro dirigenti sapendo che gli stessi poi dovranno decidere a chi concedere lo smart, le valutazioni piu' alte dai quali dipende la stessa produttività-
Esistono fin troppe disparità tra chi resta al lavoro e chi no, solo ora le centinaia di contagiati nei luoghi di lavoro vengono equiparati ad infortuni (e la decurtazione di Brunetta per la malattia viene cosi' cancellata, quella Legge Brunetta che nessuno ha ancora cancellato) .
I singoli dirigenti dovranno predisporre atti organizzativi, decidere chi resta al lavoro, in base alle linee guida sui servizi differibili ed indifferibili decisi dai Segretari Generali.
Ma resta il fatto che i Segretari Generali dovrebbero svolgere una funzione di guida, quella funzione di controllo e di garanzia nel garantire criteri univoci e non discrezionali che invece ,al pari degli amministratori, scaricano sui singoli dirigenti .
Di ben altro avrebbe bisogno la Pubblica amministrazione, di altro avrebbero bisogno i lavoratori e le lavoratrici della Pa.
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