Il punto di vista di Confindustria sulla crisi
Il centro studi di Confindustria pubblica periodicamente rapporti e relazioni che rappresentano il punto di vista padronale sull'andamento dell'economia e sull'operato dei Governi.
I padroni denunciano la debolissima crescita dell'economia italiana in termine di aumento del Pil (quasi fermo) e attribuiscono alla decisa flessione dell'industria e delle costruzioni questa sorta di stagnazione attenuata solo in parte dall'andamento dei servizi.
Preoccupa i padroni non solo la inflazione ma soprattutto il continuo rialzo dei tassi di interessi nonostante la riduzione dei costi energetici dopo la speculazione avvenuta nell'ultimo anno e mezzo.
Da 30 anni ad oggi i tassi di interesse non sono mai stati cosi' alti, se negli Usa sono al 5,50%, nei paesi UE ammontano al 4,25% anche se i tassi sono destinati nei prossimi mesi a ulteriori incrementi.
Non preoccupa la erosione del potere di acquisto dei salari ma il progressivo aumento del costo del credito (4,81% a maggio) che crea non pochi problemi alle imprese tanto da battere cassa al Governo per ulteriori aiuti e sgravi. Senza credito le imprese si troveranno in condizioni di particolare debolezza, una situazione inaccettabile per i padroni.
A trainare l'economia italiana nella attuale fase sono i servizi specie quelli legati al turismo con la crisi della manifattura -2,4%, e la perdita di fatturato delle costruzioni dopo la fine degli aiuti statali.
Preoccupa i padroni l'aumento del tasso di interesse e la incertezza derivante dagli scenari di guerra con l'economia speculativa sempre più forte, preoccupa l'aumento delle spese energetiche dovuto alle continue speculazione finanziarie sui prezzi e induce a pessimismo la diminuzione delle esportazioni di beni di lusso dopo l'embargo verso la Russia
Mentre la Ue si trova in condizioni economiche preoccupanti l'economia Usa risulta in costante crescita con il Pil aumentato dello 0,6%, la ripresa dei consumi, pubblici e privati statunitensi e degli investimenti nonostante che da sei mesi la produzione sia in leggera flessione.
E la Cina? La manifattura in Cina resta in espansione ma rallenta e preoccupa il rischio di deflazione, con la dinamica dei prezzi vicina a zero. In India prosegue la forte crescita della produzione, mentre l’industria in Russia è minacciata dalla corsa dei prezzi. Continua il deterioramento in Brasile, anche per i tassi alti; il calo dell’inflazione a giugno, ai minimi dal 2020, può consentire un allentamento.
L’economia Ue vede alcuni paesi in grandi difficoltà e la locomotiva renana non tira più come in passato alle prese con proteste sociali, aumento dei salari e una inflazione arrivata, almeno per la Germania, a livelli sconosciuti,
Da qui la spinta tedesca a contenere i costi energetici e a rivedere le politiche monetarie che scaricano i costi della sua inflazione sugli altri paesi UE.
La Germania sta iniziando una vera e propria ristrutturazione capitalistica, il settore meccanico è in ripresa dopo la crisi del dieselgate e gli investimenti per la cosiddetta transizione green diventano strategici sia a livello comunitario che mondiale pur dovendo gestire scioperi e proteste sociali per intensificare il welfare e accrescere i salari.
L'Italia è sempre stata subalterna agli andamenti economici tedeschi , ogni battuta d'arresto dell'economia in Germania ha ripercussioni assai maggiori sulla nostra economia
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