Quando si tratta di attaccare i lavoratori...la maggioranza tiene e si allarga

Con un certo disgusto abbiamo letto su Il Sole 24 ore la notizia di un presunto blitz sul lavoro in Parlamento, parliamo di alcuni emendamenti che avrebbero portato qualche beneficio ai lavoratori falcidiati da anni di leggi e controriforme padronali.

Eppure non siamo davanti a un ravvedimento dei Parlamentari che, svegliatisi , abbiano preso in seria considerazione la necessità di cancellare il jobs act o la Fornero, parliamo solo di pochi indennizzi in caso di licenziamento illegittimo.

Leggere il giornale dei padroni è istruttivo, capirne i contenuti ma anche soffermarsi sui toni enfatici con i quali descrive una sorta di assedio (inesistente) della cosiddetta ala sinistra del Pd (quale??) che vorrebbe ripristinare le “causali” nei rapporti a tempo determinato aumentando, perfino, le mensilità monetarie sui licenziamenti illegittimi.

Ci vuole un bel coraggio a parlare di assedio quando per anni maggioranze larghe e bipartisan hanno fatto a gara ad affossare diritti individuali e tutele collettive.

Eppure si trattava di emendamenti che non avrebbero minimamente messo in discussione l'ìmpianto di leggi che dovrebbero invece essere soppresse, solo qualche soldo in piu', non la reintegra nei luoghi di lavoro, è bastato cosi' poco per scatenare giornali e giornalisti liberisti e per far serrare le fila parlamentari

Perfino la ipotesi di ridurre la durata dei rapporti a tempo determinato da 36 a 24 mesi ha creato scompiglio come la riduzione, da 5 a 3, delle proroghe.

E' bastato poco perchè gli emendamenti fossero ritirati ma il pianto dei padroni ha ben altri obiettivi, quello di scongiurare sul nascere qualunque tipo di revisione delle normative in materie di lavoro . Eppure in Parlamento esistono anche proposte di ben altro contenuto come quella che vorrebbe i voucher nella Pa in caso dicalamità o eventi naturali improvvisi o per pagare gli steward negli stadi, fino aprestazioni personali, con previsione di orario e sede di lavoro, in linea alla proroga di un anno per i contratti di collaborazione negli enti pubblici che dovrebbero essere invece, stando alla Madia, soppressi dal 2018.

E' evidente che non riescono neppure a stabilizzare i pochi precari previsti, immaginiamoci allora se saranno capaci di allargare le maglie delle assunzioni e di bandire nuovi concorsi, meglio perseverare con la vecchia precarietà.

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