Stabilizzazione dei Precari nella Pubblica amministrazione: tra il dire e il fare c'è di mezzo la beffa
Stabilizzazione dei Precari nella Pubblica amministrazione: tra il dire e il fare c'è di mezzo la beffa
Intanto è bene sapere che le stabilizzazioni dovranno rientrare nel piano triennale “straordinario, come prevede l' articolo 20 del decreto legislativo 75\2017, ma quello di cui non si parla sono le procedure, l'esiguo budget di spesa e i criteri e soprattutto il superamento dei patti di stabilità
Basta un giorno in meno dei 3 anni di
anzianità nella Pa negli ultimi 8 e con almeno un giorno di lavoro dopo
il 28 agosto 2015 per non essere stabilizzati anche se hai superato una
selezione o un concorso, chi invece ha avuto contratti flessibili e a
chiamata diretta (sulla cui trasparenza è sempre lecito dubitare) ha una
corsia prefenziale. Lo diciamo premettendo che per noi non ci sono
precari di serie a e altri di serie b, i diritti esigibili vanno
rafforzati allargandone la platea dei beneficiari ma per farlo
dovrebbero essere riscritte le regole
Dal
1° gennaio 2018 dovrebbero partire le stabilizzazioni negli enti
pubblici ma il percorso è tutt'altro che scontato vuoi per i numeri(50
mila a fronte di almeno 200 mila precari nella PA) , vuoi perchè la
legge Madia e la circolare applicativa sono scritte in modo nebuloso e
lasceranno fuori molti aventi diritto perchè privi dei cosiddetti
requisiti. La richiesta dei sindacati rappresentativi non è quella di un
serio monitoraggio dei contratti precari (sapere quanti sono senza dare
numeri a casaccio e solo compatibili con il pareggio di bilancio degli
enti) per poi procedere con le loro assunzioni al di fuori dei Patti di
stabilità, la trattativa potrebbe essere solo destinata ad aumentare di
poco la cifra delle 50 mila stabilizzazioni senza ridiscutere dei
criteri, dei numeri e della spesa di personale
Intanto è bene sapere che le stabilizzazioni dovranno rientrare nel piano triennale “straordinario, come prevede l' articolo 20 del decreto legislativo 75\2017, ma quello di cui non si parla sono le procedure, l'esiguo budget di spesa e i criteri e soprattutto il superamento dei patti di stabilità
Le
leggi di austerità sono il principale ostacolo al rilancio della
pubblica amministrazione, la spesa a tempo indeterminato è collegata ai
vincoli al turn over, eppure in meno di 10 anni abbiamo perso 500 mila
posti di lavoro. Cosa altro vogliono dai dipendenti pubblici? Come è
possibile avere come riferimento la spesa media del biennio 2015\7, anni
nei quali l'erosione dei posti di lavoro era già in gran parte
avvenuta?
E poi permangono odiose
istruzioni ministeriali per le quali un contratto precario a tempo pieno
si trasforma anche in un posto stabile ma solo part time, una beffa
per i lavoratori e le lavoratrici e un'ulteriore occasione per
accrescere flessibilità, carichi di lavoro e ridurre gli organici
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