Tmm: cosa fare ora che la fabbrica non ha acquirenti?
COMUNICATO STAMPA
Le lacrime, lo sconforto e
la rabbia degli operai/e Tmm sono più che comprensibili ritrovandosi
con la fabbrica chiusa e 85 lettere di licenziamento, senza alcuna
prospettiva di lavoro, una ferita non solo per gli operai\e e le loro
famiglie ma per il territorio della Valdera. Questi licenziamenti
rappresentano una pesante sconfitta sindacale per noi tutti\e.
Noi apprezziamo la volontà
di non arrendersi e continuare a lottare, ci auguriamo che alla
giusta rabbia subentri la riflessione critica su cosa oggi sia il
padronato, ragionare sulle scelte operate negli ultimi anni\mesi, sul
fatto che ormai a dominare siano quelle logiche di impresa il cui
obiettivo è il massimo profitto senza occuparsi minimamente del
lavoro.
Ma auspichiamo anche che
alle lacrime e alla rabbia, all'impotenza possa presto subentrare lo
spirito di rivalsa degli operai e delle operaie verso la Piaggio che
ha precise responsabilità nella chiusura della fabbrica. Per mesi ci
è stato detto che il problema non era rappresentato da Colaninno ma
dalla assenza di un nuovo padrone, eppure le marmitte, per anni
prodotte dalla Tmm, saranno fatte in Oriente.
E' forse normale che le
istituzioni esprimano solidarieta fornale agli operai (ma le stesse
non vogliono approvare una legge Regionale che faccia restituire
dalle aziende che delocalizzano e chiudono i battenti tutti i
finanziamenti erogati dagli enti pubblici) senza mai chiamare in
causa Piaggio, la vera responsabile dei licenziamenti in Tmm e
beneficiaria di ulteriori 5 milioni di finanziamenti pubblici a fondo
perduto?
SGB Pisa
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