Dal corteo a Camp Darby
Manifestazione
regionale "No Guerra No Camp Darby": un corteo colorato e
pacifico di 450 persone per dire No alla costruzione della nuova
ferrovia per il trasporto delle armi.
di Serena Campani
(Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati)
Pisa, 2 Giugno.
In
occasione della festa della Repubblica, per ribadirne i suoi principi
costituzionali contro la guerra, è stata organizzata una
manifestazione regionale contro la costruzione di una nuova ferrovia
che permetterà agli USA di caricare e trasportare armi e logistica
da guerra sia verso le altre basi militari presenti sul territorio
italiano, che direttamente negli scenari di guerra del Mediterraneo,
del Nord Africa e del Medio Oriente. La costruzione della ferrovia
fra Camp Darby e la stazione di Tombolo distruggerà 1000 alberi e
porterà ad una ulteriore militarizzazione del nostro territorio.
Così Sabato 2
Giugno, dalle ore 14.30 militanti e rappresentanti di partiti e
associazioni di sinistra e movimenti pacifisti della Toscana si sono
ritrovati assieme a tanti cittadini per dare il via ad una pacifica e
colorata manifestazione. Il corteo ha gioiosamente sfilato per 5 km,
dalla Basilica di San Piero a Grado sino all'ingresso di Camp Darby,
la base militare americana presente dalla fine della II Guerra
Mondiale sul nostro territorio.
Al termine del
corteo esponenti delle molte realtà presenti sono intervenuti
approfondendo i dettagli della costruzione della ferrovia e dei
pericoli che essa comporta e denunciando il processo di
militarizzazione del territorio pisano e livornese dove, intorno al
Camp Darby si sta realizzando una inquietante hub per gli armamenti e
la logistica militare Usa che poggerebbe sull'aeroporto militare di
Pisa, ove è di stanza la 46esima Brigata Aerea, ed il porto di
Livorno ormai nuclearizzato come da tempo denunciato dalla Rete
Civica Livornese Contro la Nuova Normalità della Guerra.
(https://www.youtube.com/watch?v=7ngAqkWVwFY).
"L'Italia
ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri
popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali..." recita l'articolo 11 della nostra bella
Costituzione. Un no deciso alla guerra e alla sua "nuova
normalità" sembra l'unica risposta possibile. Una risposta che
peraltro potrebbe costituire significativa leva di convergenza tra le
molteplici anime della sinistra che si sono mobilitate.
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