La memoria di ieri manipolata oggi per il presente e il futuro. A proposito della risoluzione al parlamento europeo
Il 19 settembre 2019 il Parlamento europeo ha dato, a maggioranza, un’altra dimostrazione della sua insipienza storica e politica con la Risoluzione sull’importanza della memoria per il futuro dell’Europa.
In rete si trovano tutti i documenti preparatori, gli interventi, e le risoluzioni che hanno portato l’assise a licenziare un’aberrazione storica e politica. Per quella politica forse vi possono essere delle motivazioni, stando lo stesso Parlamento, nella sua parte più prettamente borghese e burocratica, accerchiato da revanscismi di destra che si stanno dando troppo da fare. Quindi da bravi (?) liberali et similia hanno provveduto a rimarcare la distanza della maggioranza parlamentare dalla destra estrema. Il nazismo viene ripetutamente bollato quale male assoluto ma poco si capisce il suo accomunarlo con lo stalinismo, per di più sullo sfondo della Seconda guerra mondiale. Ben più chiaro sarebbe stato un riferimento al comunismo tout court, in specie a quel poco che è rimasto attualmente sulla scena europea e verso quei pochi comunisti che in Parlamento siedono. Ma sarebbe stato sfalsato come tempo storico rispetto al nazismo. In effetti nel momento del fulgore nazista il campo comunista era egemonizzato dalla figura di Stalin e quindi ecco l’indicazione precisa dello stalinismo. Però anche in questo caso l’equiparazione storica non sta in piedi. Non potendo certo essere che il Parlamento europeo sia un covo di trotskisti come non è venuto in mente agli estensori di tale proposta di equiparazione che Stalin in ogni caso era comunista. Perciò siamo ancora daccapo.
La chiara dicitura di comunismo condannare la troviamo in diversi passaggi nelle premesse, giacché nel corpo della risoluzione, al punto 6, leggiamo proprio “nazismo e stalinismo”. Scorrendo perciò le premesse il termine comunista viene usato molte volte, accomunato al nazismo e ad altri regini totalitari (?), un altro riferimento che poco si capisce a cosa voglia alludere: qualche nome, franchismo, le Guardie di ferro, Piłsudski, Balli Kombëtar (chi sono!?!).
Ma gli svarioni più esilaranti sono nei primi punti delle premesse, definiti con lettere, dalla A alla D. Qui viene citato il patto Molotov -Ribbentrop come momento aurorale dell’inizio della Seconda guerra mondiale. Una chiara imbecillità storica. Anche in questi ultimi tempi, ancora, studi e ricerche, hanno proposto un'analisi contraria; certamente la discussione è aperta.
“D’altronde il Führer si era coperto le spalle attraverso il trattato di non aggressione con l’Urss, il cosiddetto patto Molotov-Ribbentrop (dai nomi dei ministri degli Esteri), che fu stipulato il 23 agosto 1939 e chiuse la Polonia in una morsa. «Ma io sono convinto — precisa Klinkhammer — che Hitler avrebbe scatenato la guerra anche se non fosse stato concluso l’accordo con Mosca. Certamente l’intesa con i sovietici lo incoraggiò, ma i piani d’attacco erano già stati definiti: anche l’ordine di attuare una provocazione a Gleiwitz, dove le SS inscenarono un finto assalto polacco a una stazione radio tedesca, era già stato impartito il 10 agosto, tredici giorni prima del patto con Stalin».
Il punto C elenca gli atti di aggressione dell’URSS – Polonia, Finlandia Romania, Estonia, Lettonia, e Lituania – e poi si passa al punto D che dice: “considerando che dopo la sconfitta del regime fascista e la fine della seconda guerra mondiale … “ senza dire grazie anche a quale Paese, a quale regime, quella sconfitta sia avvenuta. Non si sa se il tutto sia più ridicolo oppure penoso. Una politica grettamente piccolo borghese, piccolo liberale, miope, la stessa che aveva portato l’URSS di Stalin a firmare il patto con i tedeschi dato che le “grandi potenze europee” tergiversavano nelle loro posizioni di politica internazionale e dato che la Polonia, e ci sarebbe molto da dire sul suo senso civile e democratico, anche verso gli ebrei, prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale , attraverso il suo ministro della Difesa arrivò persino a dire : “Coi Tedeschi rischiamo di perdere la nostra libertà, coi Russi la nostra anima.”
Per di più la risoluzione vuole proclamare il 25 maggio “Giornata internazionale degli eroi della lotta contro il totalitarismo” nel giorno dell’anniversario dell’esecuzione del comandante Witoldt Pilecki, eroe di Auschwitz. La pochezza deli estensori di tale proposta, e di tutti coloro che l’anno votata, gli fa dimenticare (ma forse non lo sanno!) che proprio Auschwitz è stata liberata dalle truppe sovietiche del dittatore Stalin!
Largo uso quindi di ignoranza storica, largo uso di piccineria politica. Certo se il Parlamento europeo licenzia tali imbecillità, i parlamentari europei non si possono poi lamentare che vi siano, in Europa, sempre più persone che si chiedono: ma a cosa serve, realmente l’Europa Unita?
Tiziano Tussi.
In rete si trovano tutti i documenti preparatori, gli interventi, e le risoluzioni che hanno portato l’assise a licenziare un’aberrazione storica e politica. Per quella politica forse vi possono essere delle motivazioni, stando lo stesso Parlamento, nella sua parte più prettamente borghese e burocratica, accerchiato da revanscismi di destra che si stanno dando troppo da fare. Quindi da bravi (?) liberali et similia hanno provveduto a rimarcare la distanza della maggioranza parlamentare dalla destra estrema. Il nazismo viene ripetutamente bollato quale male assoluto ma poco si capisce il suo accomunarlo con lo stalinismo, per di più sullo sfondo della Seconda guerra mondiale. Ben più chiaro sarebbe stato un riferimento al comunismo tout court, in specie a quel poco che è rimasto attualmente sulla scena europea e verso quei pochi comunisti che in Parlamento siedono. Ma sarebbe stato sfalsato come tempo storico rispetto al nazismo. In effetti nel momento del fulgore nazista il campo comunista era egemonizzato dalla figura di Stalin e quindi ecco l’indicazione precisa dello stalinismo. Però anche in questo caso l’equiparazione storica non sta in piedi. Non potendo certo essere che il Parlamento europeo sia un covo di trotskisti come non è venuto in mente agli estensori di tale proposta di equiparazione che Stalin in ogni caso era comunista. Perciò siamo ancora daccapo.
La chiara dicitura di comunismo condannare la troviamo in diversi passaggi nelle premesse, giacché nel corpo della risoluzione, al punto 6, leggiamo proprio “nazismo e stalinismo”. Scorrendo perciò le premesse il termine comunista viene usato molte volte, accomunato al nazismo e ad altri regini totalitari (?), un altro riferimento che poco si capisce a cosa voglia alludere: qualche nome, franchismo, le Guardie di ferro, Piłsudski, Balli Kombëtar (chi sono!?!).
Ma gli svarioni più esilaranti sono nei primi punti delle premesse, definiti con lettere, dalla A alla D. Qui viene citato il patto Molotov -Ribbentrop come momento aurorale dell’inizio della Seconda guerra mondiale. Una chiara imbecillità storica. Anche in questi ultimi tempi, ancora, studi e ricerche, hanno proposto un'analisi contraria; certamente la discussione è aperta.
“D’altronde il Führer si era coperto le spalle attraverso il trattato di non aggressione con l’Urss, il cosiddetto patto Molotov-Ribbentrop (dai nomi dei ministri degli Esteri), che fu stipulato il 23 agosto 1939 e chiuse la Polonia in una morsa. «Ma io sono convinto — precisa Klinkhammer — che Hitler avrebbe scatenato la guerra anche se non fosse stato concluso l’accordo con Mosca. Certamente l’intesa con i sovietici lo incoraggiò, ma i piani d’attacco erano già stati definiti: anche l’ordine di attuare una provocazione a Gleiwitz, dove le SS inscenarono un finto assalto polacco a una stazione radio tedesca, era già stato impartito il 10 agosto, tredici giorni prima del patto con Stalin».
Il punto C elenca gli atti di aggressione dell’URSS – Polonia, Finlandia Romania, Estonia, Lettonia, e Lituania – e poi si passa al punto D che dice: “considerando che dopo la sconfitta del regime fascista e la fine della seconda guerra mondiale … “ senza dire grazie anche a quale Paese, a quale regime, quella sconfitta sia avvenuta. Non si sa se il tutto sia più ridicolo oppure penoso. Una politica grettamente piccolo borghese, piccolo liberale, miope, la stessa che aveva portato l’URSS di Stalin a firmare il patto con i tedeschi dato che le “grandi potenze europee” tergiversavano nelle loro posizioni di politica internazionale e dato che la Polonia, e ci sarebbe molto da dire sul suo senso civile e democratico, anche verso gli ebrei, prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale , attraverso il suo ministro della Difesa arrivò persino a dire : “Coi Tedeschi rischiamo di perdere la nostra libertà, coi Russi la nostra anima.”
Per di più la risoluzione vuole proclamare il 25 maggio “Giornata internazionale degli eroi della lotta contro il totalitarismo” nel giorno dell’anniversario dell’esecuzione del comandante Witoldt Pilecki, eroe di Auschwitz. La pochezza deli estensori di tale proposta, e di tutti coloro che l’anno votata, gli fa dimenticare (ma forse non lo sanno!) che proprio Auschwitz è stata liberata dalle truppe sovietiche del dittatore Stalin!
Largo uso quindi di ignoranza storica, largo uso di piccineria politica. Certo se il Parlamento europeo licenzia tali imbecillità, i parlamentari europei non si possono poi lamentare che vi siano, in Europa, sempre più persone che si chiedono: ma a cosa serve, realmente l’Europa Unita?
Tiziano Tussi.
Note.....L’invasione della polonia 80 anni fa «Hitler l’avrebbe fatto anche senza l’accordo di Stalin», Antonio Carioti, Il Corriere della Sera, 1settembre 2019. L’intervistato è Lutz Kinklammeer, conosciuto studioso delle cose tedesche di quel periodo.
Al riguardo almeno Günther Anders, L’odio è antiquato, Bollati Boringhieri, Torino, 2006, p. 85, € 9.
Rosario Villari, Storia contemporanea, Laterza, Roma-Bari, 1995, p. 540.
Al riguardo almeno Günther Anders, L’odio è antiquato, Bollati Boringhieri, Torino, 2006, p. 85, € 9.
Rosario Villari, Storia contemporanea, Laterza, Roma-Bari, 1995, p. 540.
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