scuola e sanita: i conti di Conte non tornano
I conti di Conte non tornano
La nostra insistenza sull'istruzione è dettata dalla giusta
importanza accordata all'argomento, non siamo polemisti per partito
preso ma da sempre siamo soliti accompagnare posizioni radicali con
letture oggettive della realtà fornendo dati e statistiche reperibili
per altro on line.
Se si va promettendo asili nido per tutti e stipendi europei per gli
insegnanti è bene dimostrare che gran parte delle Regioni italiane sono
ben lontane dai minimi livelli europei quanto ai servizi della prima
infanzia .
Ma i dati non ammettono scuse se diciamo che l’Italia
dell’istruzione spende poco e male le sue risorse ci aspettiamo che la
prossima Legge finanziaria stabilisca non solo investimenti reali ma
anche le risorse per accordare aumenti reali ai lavoratori pubblici. E'
questione di settimane, poi ci accorgeremo del bluff
In questi giorni è stato pubblicato il rapporto annuale Education at a glance 2019,
a cura dell'Ocse, il nostro paese spende meno della media europea (noi
il 3,6% del Pil, circa 1,5% in meno della media Ue), abbiamo un numero
di laureati decisamente basso e in diminuzione, letà media degli
insegnanti, come del resto dei dipendenti di tutta la Pa, è tra le piu'
alte, se non la piu' alta.
Statisticamente siamo la nazione con il maggior numero di Neet , di
giovani che non studiano e lavorano, un numero spropositato di cattedre
assegnate ai precari (perchè il precariato esiste ed è diffuso in tutti i
comparti della Pa), con la forza lavoro piu' anziana, gli stipendi piu'
bassi. Sono queste le priorità anche per il sindacato, o meglio
promuovere campagne e mobilitazioni contro il precariato, per assunzioni
nella Pa, per escludere istruzione e sanità dai tetti di spesa di
qualsivoglia natura per portare la spesa nazionale ai livelli europei.
Siamo per inserire i nidi nel comparto della pubblica istruzione
perchè i servizi a domanda individuale ricadono sulle spalle degli enti
locali e delle famiglie, le rette per molte di loro sono troppo alte
visti i salari da fame diffusi tra i giovani con tanto precariato e
contratti part time. Si spendono pochi soldi e in maniera discutibile,
ci sono le classi pollaio con troppi alunni e scuole fatiscenti che
andrebbero ricostruite ex novo. Sono argomenti dirimenti da trattare
per il paese ma che possono unire le istanze sindacali con quelle degli
studenti, di quanti rivendicano diritti di cittadinanza. Siamo il paese
che chiude le biblioteche o le esternalizza a cooperative che
sottopagano la loro forza lavoro.
Parlavamo prima del numero di laureati in calo, del resto nel nostro
paese le tasse universitarie sono alte e per uno studente fuori sede le
spese diventano insostenibili con posti letto in camere doppie a oltre
400 euro al mese.
Da qui a 10 anni, sanità e istruzione avranno dei buchi di organico
spaventosi, decine di migliaia saranno i posti di lavoro vacanti e per i
quali si renderanno necessari concorsi e selezioni. Sempre in questi
anni gli enti pubblici hanno privilegiato la mobilità interna ad
assunzioni vere e proprie ma in questo modo il numero dei dipendenti
continua a calare e risolvere un problema in un ente creando disagi ad
altri non è certo la scelta migliore per erogare servizi di qualità.
Per queste ragioni le enunciazioni del premier Conte sono dettate
dalla volontà di pubblicizzare il nuovo Governo allontanando
l'attenzione mediatica dai problemi reali. Compito anche del sindacato
sarebbe riportare certi argomenti al centro dell'agenda politica, con il
conflitto e la lotta sociale.
Commenti
Posta un commento