Il sindacato della produttività
Un nuovo patto concertativo all’orizzonte?
Il presidente di Confindustria Bonomi dalle pagine de Il Sole 24 Ore lancia un messaggio distintivo alla Cgil asserendo «Con i sindacati lavoriamo insieme per agganciare le transizioni, l’anno prossimo banco di prova per i rinnovi dei contratti»
Non sappiamo ancora se tale invito sarà raccolto ma stando alla esperienza maturata in questi anni siamo certi che le parti datoriali non tarderanno ad incontrarsi per cercare una intesa da riportare anche ai tavoli del Governo.
Il 2024 sarà un anno importante per il rinnovo di numerosi contratti già scaduti nel settore privato (ma anche per i 3,2 milioni di dipendenti della PA). L'obiettivo padronale è la revisione dei contratti nazionali in essere per dare impulso alla contrattazione di secondo livello, non si limiteranno insomma a discutere della parte economica tanto da rivendicare la necessità di "un contratto di lavoro moderno, inclusivo e sostenibile".
Nel linguaggio padronale sappiamo cosa significhi un contratto moderno e sostenibile, ossia un contratto che preveda aumenti al di sotto del potere di acquisto e con ampio ricorso alla flessibilità attraverso sistematiche deroghe rinviate alla contrattazione di secondo livello in materia di orari, produttività, ritmi e tempi di lavoro.
Suona singolare che Confindustria parli di un patto di equità sociale da fare noi e il sindacato, siamo davanti alla riedizione di una intesa concertativa che rafforzi il monopolio della contrattazione eliminando sul nascere ogni opportunità dei sindacati di base e conflittuali di conquistare accordi di settore e di sito avanzati rispetto ai CCNL siglati dai sindacati cosiddetti rappresentativi.
E' alquanto singolare che si parli di lotta alle finte cooperative quando il sistema degli appalti e dei subappalti si sorregge in molti casi sull'applicazione di contratti al ribasso con sotto inquadramenti e sostanziale riduzione del potere di acquisto della forza lavoro.
Hanno in mente la riduzione dei contratti nel settore privato non per porre fine a quelli pirata ma per eliminare situazioni di miglior favore e per questo chiedono alla Cgil un patto "per il bene del paese" , un linguaggio usuale del modello concertativo e la base ideologica e culturale sulla quale costruire da una parte i monopoli della contrattazione e dall’altra sindacati complici che potranno continuare a rappresentare la previdenza e la sanità integrativi come soluzioni alternative a un sistema previdenziale basato sulla Legge Fornero e con crescenti tagli alla scuola e alla educazione.
Bonomi giudica la manovra di Bilancio come una misura ragionevole perché ha confermato gli interventi sul cuneo fiscale a sostegno delle famiglie a basso reddito. Ma al contempo ne evidenzia un limite, una Manovra che non agisce sul versante dell’offerta e quindi chiede di indirizzare sempre più risorse agli sgravi fiscali e all'imprese sapendo che a pagare i loro investimenti sarà la fiscalità generale con tagli al welfare.
Stimolare gli
investimenti significa andare verso un sistema di relazioni sindacali costruito
sull'incremento della produttività per poi ergersi a paladini dell'equità
distributiva in un paese che negli ultimi 40 anni ha visto diminuire i salari,
crollare il potere di acquisto e di contrattazione aumentando le disuguaglianze
economiche e sociali
Detto
in altri termini un sindacato in perfetta armonia e sintonia con la parte
datoriale attento agli utili di impresa e all’accrescimento della produttività.
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