Uno stato e due popoli?
Uno stato, due popoli?
di Tiziano Tussi
fonte culturabiografieonline
Bisogna riconoscere che i fondamenti del pensiero liberale ed illuministico sono un passo avanti dalle farneticazioni contemporanee di ogni gruppo o partito politico che si tiene ben stretta la sua religione per ammazzare chi di quella religione non fa parte. Ancora più lontano è il pensiero e la teoria marxista dagli odierni tagliagole. “Quest’ultimo gesto dei feniani (società irlandese rivoluzionaria, n.d.r.) a Clerkenwell è stata una grossa stupidaggine.
Le masse londinesi, che hanno dimostrato grande simpatia per l’Irlanda [] diventeranno furenti e verranno spinte nelle braccia del partito governativo. Non si può avere la pretesa che i proletari londinesi si lascino fare a pezzi per l’onore di emissari feniani. “ Nella nota al passaggio di Marx (14 dicembre 1867) si legge: “Il 13 dicembre 1867, nel tentativo di liberare alcuni loro dirigenti [] detenuti nelle carceri inglesi, i feniani avevano fatto saltare in aria con una carica esplosiva la prigione londinese di Clerkenwell, provocando la morte di 12 persone e il ferimento più o meno grave di un altro centinaio.
Naturalmente, a stretto giro di posta (19 dicembre 1867) Engels si dice totalmente d’accordo con l’amico: “La stupidaggine di Clenkerwell è stata chiaramente opera di alcuni specialisti fanatici [] ed ecco venire fuori asini che combinano simili idiozie [] cannibali che sono per la maggior parte grandissimi vigliacchi …” ( Marx-Engels-Lenin, Terrorismo e movimento operaio, a cura di Massimo Massara, Teti editore, Milano, 1978, p. 27 e 28).
Ma, dicevamo, anche il pensiero liberale si situa ad un gradino più alto del terrorismo. Sergio Fabbrini, (il Sole 24 ore, domenica 12 novembre) ci dice che ciò che accade in Israele “non è una guerra tra due popoli ma soprattutto una guerra tra due religioni”. La sacralizzazione del conflitto, così come la chiama Fabbrini, serve a cementare il senso religioso dogmatico della religione monoteista.
In Occidente secoli di scontri, tragedie, disastri e stragi hanno portato al risultato che le diverse religioni possono, da non molto, dialogare e vivere le une accanto alle altre. Il rispetto o la sopportazione della regione altra non la si trova in altre parti del mondo. E Fabbrini cita le dichiarazioni del ministro israeliano che pensa sia possibile anche l’impiego della bomba atomica su Gaza, così come il leader politico di Hamas ipotizza la scomparsa tra il Giordano ed il mare di ogni ebreo. Il richiamo, in opposizione a tali farneticazioni, è agli accordi di Oslo tra Rabin ed Arafat. Allora ci si chiese “Quando abbastanza è abbastanza?” e firmarono accordi di pace, in prospettiva. Accordi poi mai entrati veramente in vigore. (E questo punto lo riprenderemo più avanti.) Un invito alla secolarizzazione è perciò imprescindibile. Anche in Europa, seguita Fabbrini, esistono segnali di ritorno alla sacralizzazione religiosa in alcuni paesi e/o per alcune figure politiche. Polonia, Ungheria e politici di grido in Francia ed in Italia.
La chiusa del pezzo invita perciò a “lasciare Dio alle coscienze individuali e trovare compromessi politici sul resto”, questo sarebbe da preferire per l’articolista. In definitiva ne esce l’invito per una richiesta di un solo stato per due o più popoli. Non pare perciò praticabile l’altra fantasticheria di due stati- due popoli. Al riguardo non esiste nessuna condizione utile per questa soluzione. Né geografica né politica, né culturale, né demografica.
Un solo stato sarebbe una soluzione praticabile dopo un periodo, più o meno lungo, di assestamento e di scontri, anche crudeli, al suo interno, ma alla lunga ne sarebbe pacificato quel luogo che si chiama Israele. Il caso del Libano lo dice chiaro. Scontri ed uccisioni interne per molte volte, per un tempo lungo, ma anche il senso che insomma, si vive tutti in Libano e a nessuno verrebbe in mente di proporre una serie di staterelli per ogni religione.
Ci si massacrerebbe ma in prospettiva il senso di un solo stato sopraggiungerebbe. Non si sa quando. Mentre per la soluzione binaria il massacro sarebbe infinito. E più si aspetta e più l’odio monta e forma ostacoli sempre più alti.
Questa teoria
di uno stato per più popoli aveva dalla sua anche il parere positivo di Edward
Said, un grande intellettuale palestinese, che insegnava in USA, e che in
numerose occasioni scrisse a proposito. Prendiamo alcune frasi da un articolo
che uscì il 10 gennaio 1999 sul New York Times Magazine, Un solo stato per i due
popoli, il titolo. Said prende l’avvio dagli accordi di Oslo dicendo chiaramente:
“Oslo ha preparato la scena per una separazione, ma la vera pace può essere
raggiunta solo con uno Stato binazionale israeliano-palestinese.” (Edward W. Said,
La convivenza necessaria. Il processo di pace tra palestinesi e israeliani
visto da un grande intellettuale, prefazione di Igor Man, Indice Internazionale,
Roma, 1999, p. 82)
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