Tregua temporanea o intensificazione della guerra contro i palestinesi?
Tregua temporanea o fine dell’aggressione o una pausa prima della soluzione finale contro il popolo palestinese?
E’
finita la guerra o meglio esiste una tregua con il ritiro dell’esercito
israeliano da Gaza e la fine dei bombardamenti? E’ questa la domanda dirimente
alla quale rispondere dopo l’annuncio del Qatar di un accordo tra Israele e la
resistenza palestinese per lo stop, solo temporaneo, delle operazioni militari
con il rilascio di prigionieri palestinesi ed israeliani.
Un
accordo, abbiamo scritto sopra, solo temporaneo dopo la morte di 14 mila civili
palestinesi e crescenti manifestazioni di protesta in tutti i paesi
occidentali, e non, a fianco del popolo palestinese, una situazione
insostenibile ormai anche per i sostenitori di Israele,
Sulla
opinione pubblica internazionale hanno avuto un forte impatto l’uccisione, per
mano israeliana, di quasi 6000 bambini, di circa 200 tra giornalisti, medici e
operatori sanitari. La guerra sta diventando un fattore destabilizzante anche
per paesi alleati Usa e Nato come Arabia Saudita, Egitto e Quatar e poi ci sono
interessi economici da salvaguardare, ad esempio
La feroce guerra di
Gaza ha spinto Israele a sospendere la produzione del giacimento di Tamar -
situato nel raggio di tiro dei razzi dalla Striscia di Gaza - per cinque
settimane, con un contraccolpo sulle entrate di gas della nazione. Un'altra
vittima del conflitto Palestina-Israele è stato il progetto di gasdotto di Tel
Aviv con la Turchia, dopo che Ankara ha manifestato il suo pieno sostegno alla
causa palestinese.
Il mese scorso, il
presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato a un raduno propalestinese
che intendeva accusare Israele di aver commesso crimini di guerra, mentre le
vittime civili nella Striscia di Gaza salivano alle stelle a causa delle rappresaglie
delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) contro Hamas. Sulla scia della
dichiarazione di Erdogan, il governo israeliano ha segnalato che avrebbe
rivalutato le relazioni diplomatiche con Ankara.
Parlando con l'AP il
7 novembre, il ministro dell'Energia cipriota George Papanastasiou ha suggerito
che la disputa israelo-turca su Gaza potrebbe restringere le possibilità di
commercio del gas di Tel Aviv alla costruzione del breve gasdotto offshore proposto
a Cipro per la lavorazione e la spedizione verso i mercati esteri. Il conflitto
tra Israele e Hamas "ha cambiato in qualche modo la situazione, ed è qui
che Cipro deve sfruttare questa finestra di opportunità", ha detto
Papanastasiou.
Nel frattempo, la
Giordania ha richiamato il suo ambasciatore in Israele all'inizio di novembre,
accusando Tel Aviv di aver creato una "catastrofe umanitaria senza
precedenti". Il Paese arabo ha anche segnalato che non firmerà un accordo
per fornire elettricità a Israele in cambio di acqua. La ratifica dell'accordo
era prevista per il mese scorso.
Ad oggi, 10 Paesi di
tutto il mondo hanno ritirato i propri diplomatici da Israele a causa delle
operazioni di terra nella Striscia di Gaza.
Alcuni osservatori
hanno suggerito che la guerra potrebbe ritorcersi contro le capacità di Israele
di importare greggio, dato che il 60% di esso proviene da due nazioni a
maggioranza musulmana - Kazakistan e Azerbaigian, secondo Bloomberg. I media
hanno notato che l'Iran ha esortato i Paesi musulmani a imporre un embargo sul
petrolio a Tel Aviv.
Per il momento,
Israele è riuscito a superare le limitazioni energetiche, mentre i costi del
petrolio e del gas non sono stati mandati troppo in alto dalla crisi di Gaza.
Tuttavia, la Banca Mondiale ha avvertito che i prezzi dell'energia potrebbero
essere spinti in "acque inesplorate" se la guerra israelo-palestinese
si riversasse nelle regioni vicine.
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-israele_esporta_petrolio_e_gas/49734_51684/
Cosa prevede l’accordo?
·
Il
rilascio di 50 donne e bambini civili attualmente prigionieri nella Striscia di
Gaza in cambio di donne e bambini palestinesi detenuti nelle carceri israeliane
dove tra fermi amministrativi e detenzione varie sono migliaia i prigionieri
politici.
·
La
tregua durerà quattro giorni con la possibilità di proroghe ulteriori
·
Il
rilascio dei prigionieri di entrambe le parti avverrà a scaglioni
·
Saranno
consentiti aiuti umanitari a sostegno di una popolazione ormai al collasso
- lo stop totale
delle azioni di guerra e il blocco, solo per alcune ore al giorno, dei
voli di ricognizioni di droni
Per una analisi esaustiva dell’accordo si
rinvia a
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-cosa_prevede_laccordo_sulla_tregua_umanitaria_a_gaza/8_51718/
I partiti di estrema destra presenti nel
Governo si sono espressi contro questa intesa tanto che il premier Netanyahu ha
già dichiarato che la tregua sarà solo temporanea perché la pausa dell’escalation
militare è legata a ragioni umanitarie che non inficeranno il raggiungimento
dell’obiettivo di sradicare ogni resistenza del popolo palestinese.
Sul Governo israeliano pesano non poco le
marce di protesta dei familiari che contestavano l’Esecutivo di non essersi
realmente adoperato per il rilascio di quanti\e sono stati catturati lo scorso
7 Ottobre e parte dei quali deceduta sotto i bombardamenti amici
La tregua è frutto delle proteste diffuse in
Israele contro il Governo e la sua politica ma pesano anche le pressioni
occidentali e dei settori industriali interni che temono una guerra prolungata
che metterebbe in ginocchio l’intera economia nazionale.
l territori occupati da Israele si sono
improvvisamente scoperti ricchi di ingenti giacimenti offshore di gas naturale
tanto che da alcuni anni è considerato un paese esportatore riducendo la sua
dipendenza energetica. Gli accordi di
Abramo erano destinati ad allargarsi anche all’Arabia Saudita e dietro a questa
intesa commerciale si celano interessi rilevanti ma anche il disegno del grande
Israele. Non a caso il blocco navale alla Striscia dal 2007 ha impedito all’ANP
di sfruttare queste risorse che oggi sono ad unico appannaggio israeliano per
non parlare poi del nuovo gasdotto verso l’Europa che dopo la distruzione di
Nord Stream è divenuto determinante
La scoperta dei giacimenti di gas , soprattutto con la guerra in Ucraina
e l’embargo di gas e petrolio russo, hanno cambiato le carte in tavola
ridisegnando delle vie energetiche differenti dal passato, un po’ come accadde
con la guerra nei Balcani, basti ricordare che: negli anni 2011-2021 il consumo
è aumentato del 148%, mentre l’uso del carbone e quello del petrolio sono
diminuiti rispettivamente del 51% e del 14%.
https://www.geopop.it/il-ruolo-del-petrolio-e-del-gas-nel-conflitto-israelo-palestinese-una-questione-poco-conosciuta/
https://www.geopop.it/
Se agli interessi energetici aggiungiamo il
ruolo della industria e della ricerca israeliana in campo farmaceutico e con
tecnologie dual use, i sistemi di arma di ultima generazione venduti anche ai
paesi europei, si capisce che la guerra contro i palestinesi risponde a due
obiettivi strategici: eliminare ogni forma di resistenza alla occupazione
militare israeliana, promuovere il colonialismo da insediamento, ampliare gli
accordi di Abramo e al contempo sfruttare i giacimenti di gas.
I diritti civili ed umani in nome della supremazia degli interessi economici possono anche essere calpestati e gli orrendi crimini commessi a Gaza resteranno impuniti insieme ai loro responsabili politici.
La efficacia di questa tregua è ancora tutta
da dimostrare, da qui a parlare di pace corre grande differenza.
Nel frattempo il quotidiano Israeliano Haretz parla di pianificazione e intensificazione della guerra contro i palestinesi , citiamo testualmente quanto scritto :Una pausa nei combattimenti permetterà all'esercito israeliano di organizzare una nuova offensiva nel sud della Striscia di Gaza, che potrebbe richiedere mesi
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