Se la Caritas scavalca a sinistra i sindacati....Una sintesi estrema del Rapporto sulla povertà

 E' uscito il dossier della Caritas sulla povertà scaricabile dalla Rete

rapportopoverta2023_tuttodaperdere.pdf (caritas.it)

Abbiamo estrapolato alcuni passaggi significativi dalla Sintesi del Rapporto perchè aiutano a comprendere come si stia ampliando la miseria in Italia derivante da un welfare inadeguato e insufficiente, dal diffondersi del lavoro povero, dalla soppressione del Reddito di Cittadinanza o da un sistema educativo non più inclusivo e dalla sanità pubblica ridotta al collasso. Meritano poi attenzione anche l'assenza di un piano di edilizia popolare con tante, troppe case, tenute sfitte perchè non si trovano fondi destinati alla loro ristrutturazione per renderle abitabile.

Un'immagine assai diversa da quella , edulcorata, resa dal Governo Meloni a mezzo stampa. 



fonte qualcosadisinistra.info

 

  • Gli stranieri pur rappresentando solo l’8,7% della popolazione residente costituiscono il 30% dei poveri assoluti.
  • Dal 2021 al 2022 si aggravano le condizioni delle famiglie la cui persona di riferimento
    ha conseguito al massimo la licenza elementare
  • Un fattore che accomuna la gran parte degli utenti è il basso livello di istruzione (il 66,5% di loro ha al massimo la licenza di scuola media inferiore) e la fragilità occupazionale. Quest’ultima si esprime per lo più con condizioni di disoccupazione (48%) e di “lavoro povero” (22,8%). Rispetto alla storia assistenziale c’è una forte eterogeneità dei casi seguiti. Accanto alle nuove povertà che pesano per il 45,3% del totale si aggiunge un’ampia fetta di persone che sono seguite da più tempo e che fanno fatica a risollevarsi: il 21% è seguito da 1-2 anni, il 9,3% da 3-4 anni, il 24,4% da cinque anni e più. Tra gli assistiti esiste quindi uno zoccolo di povertà croniche e intermittenti che si trascinano da un anno all’altro senza particolari scossoni
  • Le persone che si rivolgono alla rete Caritas manifestano per lo più difficoltà di ordine materiale: problemi economici (questo accomuna il 78,5% dell’utenza), occupazionali (45,7%) e abitativi (23,1%). Seguono poi altre forme di fragilità, spesso associate alle prime, in particolare: i disagi legati all’immigrazione per i soli stranieri (24,2%), i problemi familiari (13%), di salute (11,6%), legati all’istruzione (7,8%), alle dipendenze (3,1%), alla detenzione e giustizia (3,1%) o all’ handicap/disabilità (2,9%).
  • in termini di fragilità, dal 2022 al 2023, tende ad aumentare in particolare la quota di persone con problemi abitativi (mancanza di casa, accoglienza provvisoria, abitazione precaria/inadeguata) e connessi allo stato di salute.
  • il fenomeno del lavoro povero è dovuto a tre dimensioni principali ossia alla debolezza contrattuale (proliferazione dei CCNL, mancato rinnovo contrattuale, non solo retribuzione oraria, ecc.),alla trasformazione del mercato del lavoro (precarietà, terziarizzazione del mercato del lavoro, diminuzione delle ore lavorate, prevalenza delle nano-imprese, ecc.), ai comportamenti dei datori di lavoro e ai fenomeni storico-economici di sfondo (lavoro grigio, nero e irregolare, part-time involontario, aumento del costo della vita, ecc.) 

Commenti