Ricordati di ricordare
Ricordati di
ricordare
di Laura Tussi
"L'angelo della storia ha il viso rivolto al
passato dove ci appare una catena di eventi. Egli vede una sola catastrofe che
accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe
ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l'infranto".
Walter Benjamin
L’imperativo presente nel titolo già presuppone
l’esortazione a ricordare di compiere un’azione, in questo caso
reciproca, relazionale, a livello duale o collettivo. L’incitamento, l’invito,
in tal senso, consiste proprio nell’atto del ricordare, del rammentare il
ricordo, di rimemorare un pensiero, un evento passato che implica la necessità
di essere rimemorato, ossia riportato alla memoria, e di conseguenza di
risanare la ferita inferta dall’oblio della contemporaneità con il passato.
L’episodio viene riattualizzato e ripresentificato, non solo nella mente, nello
sguardo, negli occhi, nei sensi di chi è chiamato a ricordare, quindi, non solo
di un individuo singolo, che, peraltro chiede aiuto nel ricordare (fammi
ricordare), ma di un’intera comunità che si ritrova “insieme” a discutere della
ripresentificazione dell’evento ricordato.
L’episodio storico, relativo ad un passato sociale, è riattualizzato e
quindi riportato alla memoria, o meglio, in questo caso, com-memorato,
rammentato insieme, in comunità, in comunione di valori e significati. I
principali verbi del rimemorare presentano etimologicamente due diverse
interpretazioni di senso, come ra-mentare, ossia raccogliere nella mente e
ri-cordare, riportare al cuore.
Queste forme verbali fanno pensare alla memoria come
una forma di religio, da re-ligare, ossia nel ricollegare l'uomo a Dio, con il
tramite messianico dell'angelo della memoria, quale messaggero di pace, per continuare a
sperare che il mondo riemerga dal baratro brutale della bestialità disumana.
L'angelo della Shoah è l'ancella, il messaggero della pace, che annuncia
l'avvento di una memoria che ripresentifica il tempo per condurlo ad una
rimemorazione collettiva, a partire da ogni singolo individuo, per non
dimenticare. Le dimensioni angeliche della Shoah consistono in un anelito di
speranza che ripristina il ricordo e conduce all'atto della rimemorazione per
stendere un velo di com-passione sugli eventi, ossia un portato di sofferenza
collettiva che scongiuri l'oblio, allontani la dimenticanza, tramite un potere
taumaturgico che distolga dal male, per ripresentificare gli eventi, affinché
la negatività non si ripeta.
Ricordare e dimenticare? Memoria, identità, speranza.
Il ricordo comporta la rilettura di eventi, fatti, avvenimenti, episodi: il
passato, il tempo precedente, trascorso, non prossimo, ma remoto, ossia intriso
di storicità. L’azione del ricordare si declina al passato, nel tempo trascorso
che tralascia pensieri, opere, parole, emozioni, sentimenti e quindi implica la
dimenticanza, l’oblio, quando la memoria diviene oblio e dimenticanza e non
rammenta, non rievoca, non rimembra il tempo trascorso che diviene perduto,
privo di riferimento e di senso, senza più significati, per cui l’evento, nella
dimenticanza, perde d’identità.
La memoria individuale e collettiva viene rievocata e
commemorata.
Individualmente, l’azione del ricordare si svolge lentamente, in una
dimensione interiore, meditativa, soggettiva. In un’accezione collettiva, la
memoria passa attraverso una comunità, un gruppo, una società che com-memora
tramite cerimonie, rituali, celebrazioni, miti, credenze e simboli. Il
ripristinare un evento passato e riconsegnarlo alla memoria, individuale e
collettiva, avvalora un’identità redimendola dall’oblio lacerante in cui
imperversa il mondo moderno: l’identità è dispensata con il ricordo dal rischio
dell’oblio inesorabile degli eventi attraverso il passato, per cui subentra la
speranza della sopravvivenza sociale del ricordo, della memoria presso la
posterità, procrastinando al tempo futuro, ripristinando l’atto celebrativo del
rammentare, riconsegnando così alle nuove generazioni, una rinnovata speranza
nell’avvenire, ossia la memoria del futuro.
L'angelo della memoria si presenta alla collettività attraverso la
meditazione, il pensiero, il ricordo che intimamente e insitamente suscitano la
rievocazione scritta e orale della testimonianza, nella tradizione di padre in
figlio, dove le dimensioni angeliche della Shoah si manifestano nell'annuncio
della speranza in un mondo migliore, dove non si ripetano le ingiustizie, i
soprusi, le prepotenze, gli odi, le vendette perpetrate dagli uomini su altri
uomini. L'angelo è il messaggero di giustizia che tramite l'annuncio della
memoria distoglie il genere umano dalla barbarie e scongiura il male,
apportando giustizia dove le dignità e i diritti umani vengono cancellati e
calpestati nel mondo e nella storia umana.
L'angelo della memoria si identifica con la
collettività che tramite l'impegno del ricordo trasforma la disumanità brutale
in speranza per un futuro migliore dove gli uomini si rispettino nella
giustizia, nella pace, nella libertà e fratellanza fra i popoli.
Memoria e conflitto
La memoria è serbatoio di immagini, vissuti, eventi del passato.
Nell’interiorità questi ricordi possono confliggere in vuoti di senso e di
valore. La memoria storica è pervasa di eventi spesso cruenti, guerre,
stragi, conflitti di vario genere. Le posizioni ideologiche assunte dalle parti
in causa in un determinato evento passato possono, attualmente, creare
conflitto di idee, di posizioni, di valori, di scelte di campo nella società
civile che commemora.
Il conflitto di posizione e
di idee scaturisce nel gruppo sociale che nella sua storia, nella sua cultura,
nel suo passato ha sperimentato un determinato evento e rispetto al quale
prende posizioni ideologiche e valoriali differenti, a seconda della scelta di
posizione e di parte, rispetto ad un determinato episodio storico che implica
analisi, ragionamenti e ripensamenti di carattere politico, sociale e
ideologico.
La pluralità delle memorie
La storia nei suoi corsi e ricorsi presenta molteplicità plurime di eventi
degni di ricordo e memoria. Gli eventi memorabili che occorre “ricordarsi di
ricordare” sono molti in una stessa società. In differenti contesti comunitari,
in altre nazioni, in diverse sottoculture ed etnie, si ricordano molteplici
eventi degni di memoria, fatti storici, guerre civili, episodi politici e tutto
ciò che scaturisce dal susseguirsi inesorabile degli eventi. Le differenti culture e società presentano varie tipologie di
avvenimenti e di memorie filtrati dal corso della storia e dal pensiero del
popolo che setaccia e seleziona il tempo ed il significato di cui è
portatore.
La cultura cristiana, islamica ed ebraica convivono da
secoli in tutto il bacino del Mediterraneo, portandovi nuova cultura, arte,
scambi commerciali, altre idee, differenze etico, morali e religiose, usi,
costumi, tradizioni differenti, in sostanza, altri mondi conviventi e
compenetrantesi vicendevolmente, che hanno determinato ed influenzato le fasi
storiche della vita in tutto il Mediterraneo.
Queste tradizioni distinte, ma influenzantesi reciprocamente, generano
occasioni commemorative, riti, rituali, cerimonie, suffragate dalla memoria e
dalle molteplici occasioni di ricordo collettivo, dove le dimensioni angeliche
della speranza costituiscono l'identificazione tradizionale e mitica con la
collettività, che diviene dispensatrice di memoria al fine di contribuire alla
positività nel genere umano.
La memoria che disturba
La memoria della Resistenza partigiana contro
l’occupazione nazifascista in Italia e le deportazioni di prigionieri politici,
dissidenti al sistema reazionario del regime Hitleriano costituisce un dato di
fatto consolidato e suffragato da analisi storiche.
Alcune frange intellettuali di matrice revisionista hanno voluto negare
tutto ciò che concerneva la deportazione e la realtà del campo di
concentramento: ossia il cosiddetto negazionismo storico.
Il futuro della memoria
La memoria di un evento costituisce sempre lo sprone a ricordarlo nel tempo
futuro, soprattutto se l’evento, o meglio, la memoria di esso comporta un
portato valoriale motivante, un ideale molto significativo per la comunità
civile e per la società. La Shoah, la Resistenza Partigiana al regime
nazifascista sono avvenimenti dal portato emblematico, ossia costituiscono, nel
valore del loro ricordo, tramite la commemorazione, un simbolo, una simbologia
di codici di significato emblematici, che si rimandano (dal greco sum-ballo) di generazione in generazione, nella
tradizione commemorativa e celebrativa da parte della comunità e collettività
sociale, che avviene e si esplicita tramite cerimonie, rituali, in luoghi della
memoria, in ambiti di culto, dove si identifica il sacrificio della vita umana
con la sacralità dell'evento: come, dal latino, sacer,
ossia separato dall’usuale, dal consueto, dal comune trascorrere del tempo,
quale avvenimento straordinario, ossia fuori dal normale, dal concepibile della
giustizia, della morale e dell’etica umana.
La memoria ha futuro nel ricreare ambiti collettivi di
riflessione e riproposizione di tematiche del conflitto, delle sopraffazioni,
delle diversità fino a giungere a tramandare e concepire e riattualizzare il
valore del dia-logos interreligioso ed interideologico, con
risvolti sociali e politici, tramite il confronto tra varie realtà che
racchiudono in sé i vari simboli, multipli e plurimi di tutto ciò che è diverso, di tutto ciò che è altro dalle “nostre” più
radicate convinzioni
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