Fino a che punto Trump continuerà con le politiche dei dazi?

I dazi determinano l'acuirsi di una guerra commerciale che andrà ad aggiungersi a quella da tempo scatenata dalla Finanza che poi beneficerà, almeno in parte, della esponenziale crescita delle spese militari.


Il giorno in cui i dazi sono stati annunciati nella retorica Trumpiana diventa una sorta di giorno della Liberazione, intensificando la narrazione a senso unico che alimenta il sentimento di rivalsa Usa verso il mondo intero per “liberarsi” dalle regole commerciali giudicate inique e dannose per gli Usa.

Già nel  2018 era emersa la necessità Usa di riequilibrare lo squilibrio commerciale che, ieri come oggi, dovrebbe indurre anche a capire cosa oggi produca direttamente nei suoi confini nazionali la potenza egemone nel mondo.

Nel caso di Cambogia e Vietnam sembra che i dazi elevati imposti a questo paese siano un modo indiretto per colpire la Cina, ci sarà da capire se sia stata proprio la Cina a delocalizzarvi produzione o  se invece la decisione sia stata assunta dalle multinazionali occidentali alla ricerca di stracciati costi del lavoro 

La scommessa di Trump è riportare a casa la manifattura anche quella delocalizzata nel corso degli anni perchè conveniva produrre altrove specie per il più basso costo del lavoro e del resto le delocalizzazioni produttive sono anche strumenti di controllo sui paesi beneficiari.

L'economia Usa arranca e si perdono posti di lavoro, se poi la transizione verde è congelata o compromessa dal nuovo ciclo repubblicano, qualche risultato la nuova Amministrazione dovrà pur ottenerlo ma i dazi rappresentano lo strumento migliore e con quali risultati?

I mercati borsistici sono  da giorni in caduta libera con la perdita di 2.400 milioni di dollari allo S&P 500, poi ci saranno le contromosse di Cina e Ue, il rincaro di prodotti tecnologici e non  che graverà sul consumatore medio americano.

E ci sarà da studiare i processi di regionalizzazione delle filiere manifatturiere, la strategia di Trump è a lungo termine ma fino a che punto i suoi sostenitori nella grande finanza saranno disposti a sostenerlo?


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