Alitalia:quando i lavoratori non si fanno calpestare

Una premessa utile senza cui non capiremmo molto di cosa sta accadendo oggi: per capire la vicenda Alitalia non possiamo prescindere dalla elevata sindacalizzazione del settore, dalla presenza storica e combattiva (e non sempre accade) del sindacalismo di base, dalla conoscenza diretta della storia del trasporto aereo degli ultimi lustri con compagnie sommerse da debiti che hanno fatto pagare ai lavoratori e alle lavoratrici le loro scelte errate.

I no all'accordo siglato da cgil cisl uil sono stati molto numerosi, praticamente piu' del doppio, per essere precisi i contrari rappresentano circa il 67% dei voti espressi.

La composizione del no è variegata, molto forte in alcuni settori, tra il personale viaggiante (che guarda caso subirebbe nel piano di ristrutturazione i maggiori tagli ) il no supera il 90%

Intanto liberiamo il campo da un equivoco la consultazione è stata democratica e partecipata , a votare quasi il 90& degli aventi diritto, i lavoratori hanno bocciato la preintesa firmata da Governo con Cgil cisl Uil che ricordiamo prevedeva 2.037 esuberi del personale di terra, 980 lavoratori a tempo indeterminato con la cassa integrazione, licenziamenti per 558 lavoratori con contratti a tempo determinato e altri 141 fuori dall'Italia.

E per il personale navigante, l'accordo di Cgil Cisl Uil prevedeva tagli della retribuzione di base del 10%, dimezzata la indennità di volo oraria, gli scatti di anzianità annuali che diventano triennali, i riposi annuali ridotti di 18 giorni.

Un piano non di risanamento ma di tagli al salario e alla occupazione, per questo i lavoratori e le lavoratrici dell'Alitalia hanno detto No e rappresentano un esempio da seguire in altre vertenze.

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