La manutenzione stradale? E' un optional

Manutenzione delle strade, salvaguardia del territorio non sono una priorità per il Governo Italiano e lo si evince non solo dai piagnistei di Anci ed Upi ma dallo stato pietoso in cui versano le infrastrutture.

Sono lontani i tempi nei quali l'Italia poteva vantare, in due terzi del paese ,strade e infrastrutture funzionanti, un vanto non sempre legittimo visto che nel 2017 ci sono ancora i binari unici, i viaggi interminabili, di ore, in corriera per spostarsi da una provincia all'altra nel profondo Meridione, le tratte ferroviarie eliminate come rami secchi per spendere i nostri soldi nell'alta velocità, gli intercity soppressi a favore dei piu' cari Eurostar.

Parere diffuso tra i tecnici che l'Italia sia tra i paesi piu' indietro nella installazione della fibra ottica (non si conosce neppure una mappa delle zone cablate).

Se ne stanno occupando anche i media, Repubblica ha dedicato giorni fa una pagina ricca di foto ed esempi esplicativi, i crolli di acquedotti, strade, il dissesto in cui versa da troppo tempo il territorio rappresenta non solo un costo per lo Stato (e la punizione per la mancata manutenzione ordinaria e straordinaria) ma anche motivo di crescente preoccupazione per la cittadinanza che percepisce, giorno dopo giorno, la gravità del problema

Per la manutenzione delle strade servono 2,5 miliardi l’anno, una l'Anac, nel 2016, ha stanziato appena 450 milioni . Poi ci sono i tagli alle Province, la stessa Corte dei Conti a Febbraio ha dovuto prendere posizione asserendo che " le province devono poter disporre delle risorse finanziarie, di personale e strumentali necessarie per l’esercizio delle loro funzioni fondamentali e per la garanzia dei servizi essenziali per i cittadini ed i territori”

il testo integrale della audizione reperibile sul web(http://www.upinet.it/docs/contenuti/2017/02/CORTE%20DEI%20CONTI%20audizione_finanza_province_citta_metropolitane.pdf)

Il territorio italiano dovrebbe rappresentare una prorità per Governo ed enti locali, vediamo di saperne di più.

La manutenzione straordinaria consiste nella messa in sicurezza e nel miglioramento delle infrastutture.

Se guardiamo alla rete stradale nazionale (26.436 km) per IL Sole 24 Ore " servirebbero 2,5 miliardi di euro di investimenti effettivi all’anno (mappatura Anas). Il Piano 2016-2020 della società nazionale delle strade (23,5 miliardi di euro, di cui 16 disponibili), prevede manutenzioni per 1,04 miliardi di euro in media all'anno. La spesa effettiva ad oggi, seppure raddoppiata rispetto agli anni scorsi, è stata di 450 milioni di euro nel 2016, e salirà solo a 5-600 milioni nel 2017.
Insomma, detta brutalmente: l’Italia sta spendendo 450-500 milioni l'anno per la manutenzione straordinaria delle strade, mentre bisognerebbe spendere cinque volte tanto".

Perché tanto interesse da Confindustria? I motivi possono essere diversi, per esempio la crisi del settore edilizio e la ricerca di commesse pubbliche per la manutenzione stradale dopo un decennio di crisi che ha cancellato migliaia di posti di lavoro creando al contempo una incontrollata competizione tra ditte

Nel settore edile dominano lavoro nero e abbattimento delle condizioni di sicurezza, le aziende 20 anni fa hanno iniziato ad importare forza lavoro dall'est europeo a prezzi stracciati ma poi il mercato è caduto in depressione e sono arrivati i licenziamenti, la chiusura di tante piccole e medie aziende.

Avere abbassato il costo del lavoro avrà portato vantaggi per le imprese ma nel tempo si è diffusa una autentica giungla dove domina il massimo ribasso.

Ma torniamo al progressivo invecchiamento di infrastrutture che dopo 40\60 anni hanno bisogno di opere manutentive per le quali l'Anas ha stanziato, negli ultimi 2\3, anni cifre irrisorie.

Il nuovo codice degli appalti, gli stanziamenti previsti dal Def, il ridimensionamento dell'Anac in materia di appalti vanno letti anche alla luce della crisi del sistema edile con la necessità di intervenire sulle manutenzioni prima che l'incuria e l'abbandono creino problemi seri e danni economicamente rilevanti

Sarà per questo motivo che la spesa statale per la manutenzione stradale negli ultimi 3 anni è di poco aumentata dopo anni di tagli ma se consideriamo i fondi destinati alle Province ci accorgiamo che da una parte cresce la spesa e dall'altra invece subisce un forte ridimensionamento.

Del resto ci sono competenze regionali e provinciali nella gestione stradale e se a Province e Regioni tagli i fondi è inevitabile che le ripercussioni siano solo negative.

Un altro capitolo poi andrebbe dedicato all'utilizzo dei materiali per la manutenzione delle strade; inchieste e reports hanno dimostrato l'approssimazione di molti interventi con prodotti scadenti e inadeguato controllo degli uffici pubblici ma bisognerebbe prima chiedersi la ragione di un controllo cosi' approssimativo con uffici ridotti all'osso e competenze spesso inadeguate. E' bene precisare il concetto ossia che quando parliamo di mancati controlli dobbiamo partire dal fatto che i tagli lineari hanno colpito uffici e funzioni che andavano invece salvaguardati e messi in condizione di operare per il bene pubblico.

Altro discorso andrebbe fatto sul trasporto, il traffico merci è quasi tutto su gomma perché nel paese della Fiat la Democrazia Cristiana (ma anche l'opposizione) non hanno mai preso in seria considerazione l'alternativa del trasporto su rotaia che avrebbe avuto un minore impatto ambientale e alla lunga un costo decisamente minore.

Se il trasporto avviene lungo le strade, le strade dovranno essere monitorate costantemente, se un ponte crolla dopo 20 anni le ragioni possono essere molteplici e non solo difetti di costruzione.

Sarà per questo che l'Anas sta chiedendo da tempo la mappatura degli interventi necessari ma nel frattempo i cantonieri sono stati decimati e nelle Province gli addetti alla manutenzione sono pochi e senza risorse finanziarie.

In qualunque modo si voglia affrontare il problema, è palese che le politiche dei tagli hanno prodotto solo danni e la riforma Del Rio con tanti decreti Madia hanno depotenziato la pubblica amministrazione anche laddove avrebbero dovuto rafforzarla per il bene comune e la manutenzione del territorio. Prenderne atto significa non accettare supinamente le leggi dello stato e i decreti attuativi ma denunciarne ogni giorni le conseguenze negative.

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