Il ridimensionamento della scuola pubblica: il regalo di fine anno


 
Mancano i soldi per l'edilizia scolastica? Ci sono troppi abbandoni scolastici? I laboratori e le palestre sono vecchi e inadeguati? Gli insegnanti di sostegno sono pochi rispetto al reale fabbisogno?
La legge di Bilancio 2026 non dimentica tuttavia le private, per la copertura dei posti della scuola dell’infanzia e della scuola primaria lo Stato abdica alle strutture private non statali.
 
Esempio calzante sono i 20 milioni del cosiddetto “Buono scuola”, ovvero a 1.500 euro l’anno a studente con Isee inferiore a 30 mila euro. Sono soldi sottratti alla scuola pubblica e destinate a poche migliaia di alunni che vorranno rinunciare alla scuola pubblica per iscriversi a uno stato paritario. Uno stato serio e rispettabile dovrebbe non assecondare il ricorso al privato ma potenziare l'offerta pubblica.
E che dire della " libertà di scelta delle famiglie”?
Le scuole paritarie di periferia non sono l'ancora di salvezza, intanto i fondi del Pnrr per gli asili nido sono stati ridotti all'osso e di tutte le scuole promesse ne vedremo una minima, ma veramente minima, parte
E alla chetichella arriva l'ulteriore aumento del fondo per le scuole paritarie di 86 milioni di euro che arriva dopo l'aumento di 50 milioni solo nell'arco di un anno.
 Vogliono depotenziare la scuola pubblica, tagliano sui commissari di esame, sulle supplenze e infatti le supplenze brevi saranno a carico dei dirigenti scolastici, se poi un insegnante di matematica va a coprire una cattedra di lingua straniera o di italiano il problema non è di Valditara.

La Legge di Bilancio regala fondi alle private a conferma che il Governo  si ricorda delle strutture pubbliche solo quando c'è da inviare gli ispettori a controllare l'operato del corpo docente come avvenuto a dicembre negli istituti che avevano invitato Francesca Albanese a parlare agli studenti.

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