Coronavirus: e la forza lavoro chi la paga?

La emergenza Coronavirus è tale da imporre a noi tutti\e delle riflessioni ma soprattutto cambi di rotta in materia di sanità, prevenzione, ruolo dello Stato e interventi pubblici.
E' innegabile che le ripercussioni saranno a tutto campo, dall'economia al lavoro, dalla sanità al welfare, dalle Regioni allo Stato e tanto il panico quanto la disinformazione rischiano di giocare brutti scherzi.

Ci sono aspetti poi secondari rispetto alla salute e sicurezza collettiva (da qui la richiesta di convocare in ogni luogo lavorativo l'assemblea periodica sulla sicurezza affrontando di petto il problema a partire dalle tutele collettive ed individuali in materia di salute, da qui l'invito ai Prefetti a farsi carico del coinvolgimento degli Rls da parte dei datori)  ma comunque importanti, parliamo dei lavoratori e delle lavoratrici, specie quelli precari, che perderanno il posto di lavoro o di quanti vengono mandati a casa per giorni senza retribuzione, i costi del Coronavirus ricadranno su di loro o con decurtazioni salariali pari alle giornate non lavorate oppure ricorrendo a ferie e permessi forzati.

Pensiamo ai lavoratori delle cooperative che operano nei musei o nelle biblioteche, agli artisti a giornata (teatri chiusi) ma piu' in generale al variegato mondo del privato dove alcune tutele in caso di emergenza sono piu' attenuate di quelle già risibili presenti nel pubblico.Ma il discorso potrebbe estendersi ai trasporti, agli appalti degli stessi.

Chi dovrebbe farsi carico di questa forza lavoro e della loro  corretta retribuzione?

Nel caso degli appalti provate a pensare ad una ditta che mandi a casa il personale , pensate che una decisione relativa alla chiusura delle attività, decisione assunta dal committente o a livello Statale, non finisca con lo scaricare tutti gli oneri sulla forza lavoro?

E come pensiamo di gestire i prossimi mesi qualora la situazione dovesse diventare ancora piu' critica ? E piu' in generale abbiamo idea delle conseguenze sulla intera economia e sul sistema produttivo?

Tutte domande meritevoli di immediate risposte, nel frattempo si scopre che il personale educativo statale e comunale non ha gli istituti contrattuali necessari in casi di emergenza, insomma o resta senza retribuzione giornaliera o ricorre alle ferie personali . E nel caso degli appalti la possibilità di scelta non esiste, decide la cooperativa o azienda e basta.

Stesso discorso vale per le scuole paritarie e per i tanti servizi esternalizzati dai Comuni e dallo Stato, senza prestazione lavorativa erogata non c'è retribuzione , quindi non resta che ricorrere a permessi e ferie individuali.

Anche in questo caso è palese la sperequazione tra pubblico e privato, sarebbe il caso di vedere il problema in toto a partire dai lavoratori a giornata, dai precari passando dai privati fino ai pubblici.  Tutele reali, certezza della retribuzione, compartecipazione di tutti i datori di lavoro ai costi dell'emergenza partendo dal presupposto che sanità privata e sanità pubblica non sono da mettere sullo stesso piano a partire da sovvenzioni e finanziamenti pagati con le nostre tasse.

Sarebbe già un buon inizio, l'incipit di una discussione che nessuno pare voglia avviare e sostenere.




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