La medicina sul lavoro, questa illustre sconosciuta, E intanto in due mesi sono già 173 i mori sul lavoro

 SABATO 29 FEBBRAIO ALLE ORE 22.55 I MORTI SUL LAVORO SONO SALITI A QUOTA 173 DA INIZIO ANNO 2020

Fatti due conti siamo a una media di quasi 3 morti al giorno, una strage alla quale tutti\e si sono da tempo assuefatti\e, non si indignano e non ritengono che questo argomento meriterebbe non solo attenzione da parte della politica ma del sindacato stesso, assunzione di coscienza e responsabilità collettiva con la convocazione di uno sciopero generale al di fuori delle regole che limitano fin troppo l'esercizio del diritto di sciopero. 

Stiamo forse invitando alla disobbedienza civile? Sicuramente ci sarebbero ragioni piu' che valide per oltrepassare i limiti previsti dalla Legge, per bloccare il paese e costringere il Parlamento a discutere una nuova normativa facendo tutto il possibile per attuarla.
Perchè di buone leggi ce ne sono state tante ma poi all'atto pratico mancavano gli strumenti attuativi, i controlli, la volontà di applicazione.

Il lavoratore non è una macchina di proprietà del padrone nè una variabile dipendente dai profitti aziendali, la tecnologia (vedi gli algoritmi) diretta a fini capitalistici ha solo accresciuto i meccanismi di sfruttamento\di controllo\di repressione  quando, se diretta ad altri fini, avrebbe potuto abbatere i rischi connessi a certe attività produttive, avrebbe consentito di ridurre gli orari settimanali a parità di salario.

Si continua a morire sul lavoro, continuano gli infortuni e le malattie contratti nei luoghi di lavoro anche perchè la medicina del lavoro, al pari di quella preventiva, è stata per 40 anni ridimensionata a tal punto da essere universalmente associata alla visita periodica alla quale ciascun dipendente è sottoposto con cadenze determinate dal documento di valutazione del rischio.

Ma la medicina del lavoro dovrebbe essere in prima fila per prevenire malattie derivanti dalle produzioni e dai luoghi sul lavoro, contare su fondi, organici e ricercatori capaci di operare sul campo e appunto fare opera di prevenzione.

Agenti chimici, fisici, biologici, fattori di rischio sociali e parasociali come lo stress da lavoro correlato, sono questi gli ambiti nei quali la medicina del lavoro dovrebbe operare in stretto rapporto con gli uffici prevenzione e sicurezza aziendali e i medici competenti a livello di Enti\aziendali.

Questa collaborazione non esiste, il budget assegnato dal Pubblico impiego ai servizi prevenzione è sempre lo stesso da innumerevoli anni anche se nel frattempo sono sorte innumerevoli patologie connesse allo stress correlato al lavoro, nel settore privato la situazione è ancora piu' grave ed esistono settori nei quali i ritmi produttivi hanno determinato il sorgere di malattie ma anche di patologie cronicizzate.

Non bastano il cordoglio e la solidarietà, non è sufficiente la filiera della sicurezza nei luoghi di lavoro che alla fine piega gli stessi rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza a sposare le logiche e gli interessi dei datori trasformando un ruolo sindacale da conflittuale a collaborativo, non è accettabile una medicina del lavoro priva di mezzi, strumenti ed organici e soprattutto non incisiva perchè priva di margini reali di intervento nei luoghi di lavoro.

Tutte tematiche ormai dimenticate dal sindacato che, per ignavia, non prende in esame la necessità di uno sciopero generale che abbia al centro le tematiche della salute, della sicurezza sociale e retributiva, della dignità delle nostre stesse esistenze falcidiate da morti, infortuni, salari da fame e allungamento dell'età lavorativa.

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