La punizione divina di Calenda

E’ un paese normale quello in cui aerei e treni scioperano contemporaneamente? Il tutto ovviamente di venerdì". E' la domanda,defimiamola tale, che si pone Carlo Calenda, evidentemente costretto a rivedere i propri programmi per lo sciopero che ha bloccato diversi settori dei trasporti. "Personalmente la considero una punizione divina per non aver fatto fallire Alitalia quando potevo", twitta calenda puntando  il dito contro l'assenza dell'esecutivo. "Ma rimane il fatto che Governo è non pervenuto. Come sempre"

Giuseppe e Mario, due macchinisti morti, macchinisti esperti e con anni di lavoro, un pulitore viaggiante ricoverato in gravi condizioni,  una trentina di feriti. 

Chi si scuserà per il “disagio” provocato a queste donne e uomini, ai loro cari, e ai ferrovieri? E la punizione divina invocata da un ex Ministro, con il culo al caldo, esplicita bene gli interessi in gioco, da una parte chi subisce le conseguenze delle privatizzazioni e quanti invece vorrebbero continuare sulla strada delle dismissioni dimenticando le ragioni per le quali questi scioperi sono stati convocati, ossia la sicurezza per lavoratori e cittadini. In Italia ogni giorno si muore sul lavoro , piu' che in altri paesi d'Europa e questo fatto viene sapientemente occultato da quanti pensano che il problema sia invece legato agli scioperi rei di paralizzare l'Italia (ma con le attuali regole sullo sciopero il blocco è sempre scongiurato al contrario di quanto accade in Francia)

Scioperi per altro simbolici, due ore (uno a morto!) a dimostrare che sulla salute e sicurezza il sindacato maggiormente rappresentativo non vuole adoperarsi concretamente a partire da uno sciopero generale che si ponga pochi obiettivi come investimenti effettivi.

Nel frattempo le indagini sono state avviate, la dinamica dell'”incidente” ricostruita,  il cordoglio della “società civile” assicurato,  il comunicatino sindacale approntato.  E un ex ministro ad invocare la discesa agli inferi del Governo e di chi sciopera, giusto a ribadire che della morte dei lavoratori a politici e padroni interessa poco, giusto il necessario a non bloccare la produzione.

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