Pasticci previdenziali

I leoni da tastiera si consoleranno con le immagini delle manifestazioni, e degli scontri per gli amanti del genere, in Francia o in altri paesi del mondo, in Italia  invece devono accontentarsi di leggere qualche articolo su una trattativa oscura, condotta senza coinvolgere i lavoratori e le lavoratrici, senza far vivere nei posti di lavoro una proposta decente e condivisa in materia previdenziale.

Parliamo del tavolo sulle pensioni del quale apprendiamo qualche scarna notizia dalla stampa locale, non che i protagonisti della discussioni siano prodighi di particolari, giusto per cogliere umori e posizioni da parte.

Siamo partiti dalla critica radicale alla Fornero per arrivare alla proposta di 62 anni di età e 41 di contributi come requisito per la pensione senza ricalcoli contributivi dell'assegno.

Guardiamo al mondo del lavoro reale, quanti deegli attuali quarantenni\cinquantenni hanno iniziato a lavorare , con regolari contributi a 20 anni? E la fine della quota 100 con un anno di anticipo farà risparmiare soldi alle casse statali, non sarebbe il caso di entrare nel merito di come questi fondi saranno reinvestiti?

Parliamo di numeri risibili, ormai rare eccezioni nel mondo del lavoro, allora ha senso proporre una via di uscita dalla quota 100 che in ogni caso preveda un 'uscita anticipata a 62 anni ma con una anzianità contriutiva cosi' elevata? E soprattutto vale la pena perorare l'uscita anticipata dal mondo del lavoro quando non esiste certezza alcuna sul ricambio generazionale, sulle assunzioni dei giovani con regolari contratti? O forse dovremmo focalizzare l'attenzione sulle pensioni di domani, sul loro importo, su una legge previdenziale che rimetta in discussione i sistemi di calcolo e torni a prevedere il pensionamento con 40 anni di contributi a prescindere dalla età anagrafica (visto che i beneficiari saranno casi meramente eccezionali?)

Intanto la discussione va avanti e, entro il 20 del mese corrente, sindacati e Governo torneranno a discutere su un tema tanto caro a entrambi: la previdenza integrativa! I tavoli previdenziali riusciranno a partorire soluzioni nell'interesse dei lavoratori e delle lavoratrici? Ad oggi la risposta è negativa e tutte le questioni dirimenti vengono accantonate con una agenda dei lavori a uso e consumo del Governo. E continuiamo a chiamarli sindacati....

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