Governi cambiano ma i tagli restano: il caso delle spese elettorali

Non sentivamo la necessità di un Referendum sul numero dei parlamentari, frutto di una demagogia politica che presenta il taglio come riduzione delle spese senza mai entrare nel merito di cosa comporti, anche per la democrazia, questa decisione.

Il rischio che corriamo è quello di americanizzare ulteriormente il nostro paese, meno parlamentari ergo minore rappresentanza e contrazione degli spazi di democrazia e partecipazione , ovviamente per chi li ritenga ancora utili.

La legge , fortemente voluta dal Mov 5 Stelle, è stata  approvata e ora necessita di un referendum confermativo e se vinceranno i favorevoli al taglio (i Si) ha eliminato il Parlamento  sarà composto da 200 senatori e 400 deputati, nel caso in cui ci sia il voto contrario alla riforma si tornerà a a 945 parlamentari suddivisi tra 630 deputati e 315 senatori

Alcune Regioni, specie le piu' piccole, perderanno metà dei Parlamentari con risultati negativi non solo sulla rappresentanza ma sulla possibilità che i problemi locali e regionali possano emergere ed essere affrontati.

Se volevamo abbattere le spese inutili, sarebbe stato possibile ridurre drasticamente stipendi e benefit dei parlamentari, lasciarne inalterato  il numero ma non i "privilegi". Ma oggi prendere posizione contro il taglio dei Parlamentari è impopolare, si rischia di finire insieme a Forza Italia e a forze minori, si rischia insomma di essere idenitificati con forze politiche in crisi di consensi che cercano di salvare la poltrona. Ma la realtà è invece ben diversa anche se l'argomento, a scanso di equivoci, non appassiona noi e non infiamma i cittadini.

E' di poche ora fa  la notizia  che anche questa tornata elettorale subirà il 20% dei tagli, come accadde un anno fa rispeto alle politiche precedenti.

Nell'arco di pochissimi anni i tagli  delle spese legate alle tornate elettorali sono stati del 50%,  si conferma il taglio del 20% esclusi i componenti dei seggi elettorali, 20 per cento rispetto all'ultimo Referendum dell'anno 2016.

Non capiamo come sia possibile stabilire per decreto la riduzione delle spese , di sicuro il risultato sarà quello di ridurre il numero degli addetti e le loro stesse retribuzioni, dovranno fare tutto con meno soldi e meno ore, da qui la probabile privatizzazione di certi servizi.   E ancora una volta saranno gli enti locali a dovere far quadrare i conti e a gestire una macchina organizzativa sempre piu' in difficoltà per mancanza di fondi e forza lavoro.

Tagli a casaccio  e disparità di trattamento ma soprattutto l'idea che si debba sempre e comunque risparmiare sulle spese di personale a prescindere da una valutazione obiettiva delle stesse. Tagli decisi a tavolino  e a cascata da una parte, riduzione del numero dei parlamentari presentata come vittoria della lotta agli sprechi senza spiegare mai quali saranno gli effetti della Legge approvata e oggi bisognosa di ratifica referendaria. 

 Chi invocava minor distanza dei cittadini dalla politica con il taglio dei parlamentari otterrà il risultato opposto. E allo stesso tempo non si facciano i moralisti sulle spese della politica, dopo tanti proclami i Parlamentari hanno mantenuto la stragrande maggioranza dei loro benefit, eppure tagliarli sarebbe stato possibile, anzi doveroso

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