Riflessioni post elettorali a mente lucida

riceviamo e pubblichiamo

Commento alle lezioni regionali parziali di fine gennaio

 di Tiziano Tussi da www.resistenze.org
Che dire per cercare di non ripetere il già detto a dismisura? Forse rilevare che: non c'è nulla che cambi decisamente, repentinamente, ma tutto si ripete, in mezzo a scossoni che solo apparentemente sono tali, nel nostro Paese. Se usiamo due diciture: liquido - nel senso di sciolto e difficile da raccogliere - e strutturato - nel senso che possiamo dare a qualcosa che esista veramente -, vediamo che laddove esiste qualche tipo di struttura il voto si dirige - al di là di sussulti momentanei, come quello del Movimento 5 Stelle, ora scomparso o quasi, alla frutta, come si dice -, verso l'apprezzamento per qualcosa che c'è, esiste, e bene o male funziona davvero.

Laddove non appare un livello decente di struttura di alcun tipo, come in Calabria, ecco che le simpatie, i voti e l'accoglienza positiva delle urne si indirizza verso chi promette di più, chi ha più rapporti con il malaffare, verso chi riesce meglio degli altri a illudere il votante assicurando di volerlo portare verso un orizzonte radioso, dove tutto sarà risolto, ogni problema superato e vi sarà un'epoca di felicità, per tutti.

Ciò è accaduto nelle due regioni che hanno appena votato. In Calabria, per la contiguità con il malaffare si sono trovati proprio nelle liste del centro destra persone che non potevano essere candidate: "Due impresentabili e un ineleggibile, sparpagliati fra le liste di Forza Italia e Fratelli d'Italia. È questo il risultato delle verifiche della Commissione parlamentare antimafia sui candidati per le regionali in Calabria e in Emilia-Romagna, il cui esito è stato comunicato oggi dal presidente della commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra." (www.repubblica.it, 23 gennaio 2020)

Pare anche che oramai la politica giochi tutto sul piano della superficialità. In fondo importa poco chi vince. Ogni problematica sociale si avviluppa attorno a modalità che si incistano nel tempo sempre più. Il Paese, ed anche le zone amministrative, locali, poco riescono a diversificarsi verso la modernità, rispetto al passato. Anzi i politici cercano di ritagliarsi spazi di discussione e di dibattito fra di loro e le loro comparsate nell'evidenza mediatica, con i social in primo piano. Come se la vita reale là fosse confinata e non potesse essere altrove. La temporalità scandita da Twitter è imperante. Ma la vita di ognuno di noi, anche se non ce ne accorgiamo, fluisce attraverso altre temporalità. Ed è il nostro corpo, le nostre malattie e la nostra ignoranza da colmare, che ce lo fanno sentire. Anche se i nostri grilli politici cercano in ogni caso di farcelo dimenticare, una lunga o lungo-media temporalità ci interessa molto di più, anche a nostra insaputa. Ed allora è lì che il capace leader politico dovrebbe agire ed incidere, prendendo le misure reali dei problemi reali della vita sociale.

Uno per tutti, ora tanto di moda ricordare, il problema dell'ambiente sano e pulito che non c'è. Per ovviare a questa mancanza necessitano scelte etiche che intaccano altre scelte che etiche non sono ma che possono, disinteressandosi abitualmente e indifferentemente di quel problema, prosperare e produrre profitti altissimi. Inutile dire che oltre a parole generiche non si vedono decisioni positive. Metterle in atto costa caro, in termini di immediatezza e di impatto, ma sono rimedi strutturali che resterebbero, una volta scelti.

Certo non si può chiedere di fare questo a chi insegue in modo esasperato la visibilità del momento. Ed allora, per ritornare al punto, dove esiste un minimo di struttura che continua a vivere, l'elettore premia la capacità di irrobustimento della stessa. Invece dove esiste poco o nulla struttura sociale l'elettore andrà spasmodicamente alla ricerca di un pifferaio magico che lo possa incantare di più di altri. "Non importa quello che già hai, ma quello che vorresti ancora avere" come ha candidamente dichiarato la novella governatrice della Calabria, Jole Verdelli, in un passaggio televisivo a proposito del reddito di cittadinanza.

La strada per una reale inversione valoriale appare così lunga e senza fine, ma piena di fini da perseguire, che ci vorrebbe ben altra classe politica dell'attuale. "Ciò che ci manca (poiché qualcosa ci manca, ci manca la dimensione politica, non lo neghiamo) non sono né la materia né le forme per fabbricare un mito. Per far ciò ci sono molti bric-à-brac, molto kitsch ideologico, tanto povero quanto dannoso. Ci manca la capacità di discernere l'Evento - gli eventi in cui si inaugura in verità il nostro avvenire." (Philippe Lacoue-Labarthe, Jean-Luc Nancy, Il mito nazi, il melangolo, Genova, 1992, p.22)
 

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