8 Marzo: fare i conti con la ideologia e cultura fascista ancora imperante
Un aspetto rilevante per la critica alla società patriarcale dovrebbe ancora oggi fare i conti con il passato e con il Fascismo, conti che in Italia non sono mai stati fatti avendo rimesso al loro posto, un solo anno dopo la fine della Guerra, quanti erano stati estromessi per connivenza e partecipazione al ventennio. E fu così che ci siamo ritrovati con tanti fascisti nei posti di comando delle Forze dell'ordine, dell'esercito, nelle autorità statali
Non casuale è la sopravvivenza del codice Rocco, ancora oggi vigente, e della riforma Gentile che prevedeva l'espresso divieto per le donne di accedere ad alcuni ruoli dirigenziali nella scuola e la esclusione dalla stessa Magistratura.
Ha ragione lo storico F. Filippi nel sostenere che "Il fascismo voleva rimettere le donne 'al proprio posto' dopo la Guerra mondiale"
Quel substrato culturale è ancora lungi dal morire, per questo la figura femminile nel Fascismo era esclusa dal mondo del lavoro e relegata al ruolo di madre.
Da qui nasce ancheil progressivo depotenziamento dei consultori pubblici, le iniziative contro l'aborto dentro una visione della società tanto arcaica quanto velata da quel paternalismo tipico del patriarcato.
Nel 1938 il Fascismo emanò perfino una legge che limitava al 10 per cento la presenza femminile nelle aziende, il matrimonio riparatore e il delitto d'onore verranno aboliti soltanto nel 1981, anche la Repubblica fondata sulla Resistenza al nazi fascismo non fece i conti con un modello culturale e sociale arcaico, per questo arrivo' anche il sessantotto e la stagione femminista degli anni settanta.
E il modello di welfare per le destre resta quello che considera le donne solo nel ruolo di madri tanto che si pensa ad aiuti economici alle donne perché partoriscano e per conciliare la vita familiare e lavorativa
A distanza di decenni, la donna è ancora l'angelo del focolare nella cultura di destra imperante nella nostra società e lo stesso diritto all'aborto viene quotidianamente minacciato.
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