In Germania e in Europa i sindacati scioperano per aumenti superiori del 10 per cento
Se guardiamo i contratti nazionali italiani notiamo la grande differenza rispetto ad altri paesi europei nei quali il Sindacato non si limita a rivendicazioni in linea con il codice Ipca per accogliere alla fine le richieste datoriali.
In Germania, domani, treni, aerei e trasporti saranno fermi per uno sciopero che nasce dalla rivendicazione di aumenti salariali tra il 10 e il 12 per cento giudicati iniqui e sproporzionati dal Governo e dalle associazioni datoriali che ora mirano a contenere il diritto allo sciopero con interventi legislativi vessatori.
L'offerta dei datori tedeschi è attorno al 5%, in linea per altro con i dettami europei ma i sindacati confermano le loro piattaforme rivendicative e vanno allo sciopero senza preoccuparsi delle ricadute sulla economia e sulla competitività del sistema renano al contrario di quanto fanno in Italia i sindacati cosiddetti rappresentativi.
Analoghe rivendicazioni sono presenti in Spagna e Gb, in Francia da settimane ci sono scioperi e proteste veementi nelle piazze per respingere l'aumento dell'età pensionabile , il governo Macron è per altro lontano dal requisito dei 67 anni di età per le pensioni vigente in Italia, eppure i sindacati non intendono recedere dai loro propositi
Nel settore bancario italiano i sindacati partecipano a un tavolo con i datori per trovare una intesa che prevede aumenti irrisori e hanno perfino congelato il termini rituale di scadenza del ccnl per favorire una intesa, a perdere, tra le parti senza ricorrere a scioperi e stati di agitazione.
Siano sufficienti questi elementi a comprendere come il problema della perdita del potere di acquisto dei salari sia legato alla arrendevolezza dei sindacati italiani complici dell'aumento dell'età pensionabile e delle troppe deroghe che assegnano potere contrattuale in perenne discesa
Cub Sindacato di base Pisa
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