Intervista all'economista Francesco Schettino sul Mes

NTERVISTA A FRANCESCO SCHETTINO, ECONOMISTA MARXISTA SUL FONDO SALVA STATI (PARTE 1)

D. La discussione politica sul MES riguarda il rafforzamento di questo strumento che secondo la volontà dell’eurogruppo dovrebbe diventare un “fondo monetario strutturale” destinato a sostenere i Paesi membri in caso di crisi. Il rafforzamento del MES già esistente fa temere l’inserimento di maggiori vincoli economici legati ad eventuali ristrutturazioni del debito per ottenere prestiti in caso di difficoltà. Proprio su questi elementi si dividono le forze politiche di orientamento europeista da quelle di carattere sovranista.
Cos’è il MES, Il Meccanismo Europeo di Stabilità? Come mai è all’ordine del giorno della discussione politica? Lo abbiamo chiesto all’economista Francesco Schettino
R. Faccio una sintesi, perché si tratta di materie molto complesse. L’importante è far emergere il punto economico e politico più rilevante, al di là dei tecnicismi che sono sempre di difficile comprensione e altrettanto difficile esposizione in poco tempo. Qual è la questione sostanziale che può emergere?
Come dice la parola MES, chiamato anche Fondo Salva Stati, questo organismo sovranazionale ha l’obiettivo di intervenire per evitare che all’interno dell’area euro ci possano essere dei paesi che sopportano una crisi finanziaria debitoria, tanto per capirci sullo stile della Grecia. Quindi attraverso questo fondo i paesi membri dell’area euro possono intervenire per sanare, o limitare in qualche modo, i problemi che scaturiscono da una crisi finanziaria, da una crisi debitoria. Un intervento a condizioni molto stringenti come quelle che abbiamo visto nei giorni drammatici del caso greco.
Il punto tecnico è che questo Fondo viene creato proporzionalmente dagli stati membri che versano una quota in percentuale sul PIL dell’intera area euro. L’Italia versa il 17% del totale del Fondo perché rappresenta quasi un quinto dell’intera economia del gruppo dei Paesi euro.
Questo Fondo si attiva qualora insorgano delle situazioni economiche negative dal punto di vista finanziario in uno o più paesi membri. La nostra mente va ovviamente alla questione del debito, in particolare dei paesi del Sud Europa che sono i più indebitati.
Cerchiamo di entrare più nel dettaglio di come funziona e a cosa serve il MES, al di là dei tecnicismi, ma per capire la sostanza che sta alla base di quello che stiamo discutendo.
Prima di tutto penso sia importante demistificare la questione che si tratti di Paesi ricchi contro Paesi poveri, di Germania contro Italia. Questo secondo me è un modo totalmente sbagliato di leggere la cosa da sinistra, perché non fa altro che portare acqua al mulino dei cosiddetti sovranisti. Spiego subito il perché. Qui c’è da fare un discorso di classe: è in ballo la classe internazionale sia di chi comanda, sia dei lavoratori.
Sostenere che vince “la Germania” sull’ Italia è un modo semplificato, sbagliato. Vediamo subito il perché. Quando si dice che si crea un Fondo che salva gli Stati si vuol dire che i soldi vengono versati da Italia, Francia, Germania, Spagna, ecc. In realtà in questo megafondo ci vanno le tasse che vengono pagate in grandissima parte dalla classe subordinata, dai lavoratori. Quindi possiamo dire che una grande parte di questo Fondo Salva Stati, l’80-90%, è composto da denari che non vengono dati “dall’Italia”, ma dai lavoratori italiani, dai lavoratori francesi, tedeschi, spagnoli, ecc. Cioè è una cosa diversa dal dare un’etichetta nazionalistica, quasi come se fossimo all’europeo di calcio, che è una cosa completamente distante dai nostri modi di ragionare in questioni economiche.
È un Fondo che è il frutto del nostro sacrificio, frutto del nostro lavoro e ovviamente tutti questi soldi vengono sottratti alla spesa sociale, per dire più precisamente al “salario indiretto”, alla salute, alla scuola, all’università, ecc.
Dunque si crea un meccanismo economico finanziato dalle diverse classi lavoratrici dei diversi Stati che vedono ridursi il proprio salario indiretto per creare un meccanismo che andrebbe a tutela di tutti.
Veniamo a un altro punto. Si sostiene che se c’è un paese dell’area euro che fallisce si creano grossi problemi per tutta l’area monetaria dell’euro che subirebbe delle sollecitazioni estremamente negative. Ma c’è un elemento che è più importante: a quali condizioni gli Stati indebitati possono accedere al finanziamento di questo Fondo che nasce teoricamente appositamente proprio per soccorrere gli stati in difficoltà?
Le condizioni sono pesantissime, ma per chi? Non certo per le banche, per il capitale finanziario o industriale, ma per i lavoratori. Ce lo dice il caso greco cosa ha significato quel salvataggio. Ha funzionato massacrando i lavoratori, riducendo i salari privati e pubblici, riducendo le pensioni, portando alla fame intere fasce dei lavoratori, non tanto dei “greci”.
Chi ci ha guadagnato? Il lavoratore tedesco? il lavoratore italiano? per nulla! Chi ci ha guadagnato è il capitale tedesco, sono le banche francesi, tedesche…che sono state salvate. I crediti concessi al governo greco sono stati utilizzati per trasferire le perdite del capitale sulle spalle dei lavoratori.
Questa è esemplificativamente una tipica manovra di classe che non ha nulla di nazionale. Questa è una cosa da sottolineare mille volte perché altrimenti andiamo nella direzione sbagliata.
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