Pianeta sanità: tra il dire e il fare c'è di mezzo il profitto

Il Ministro Speranza sta rilasciando varie dichiarazioni atte a  rispettare gli impegni assunti per le assunzioni di personale e investimenti nel sistema sanitario pubblico.

Ma in agguato , come sempre del resto, gli appetiti speculatori di chi ha tutto l'interesse a coltivare una sanità privatizzata e in convezione .

I vincoli di bilancio sono sempre al loro posto, i soldi per il rinnovo dei contratti pubblici risultano ancora insufficienti, qualche misura tuttavia è stata intrapresa.

Ad esempio  sono stati confermati i 2 mld di aumento per il Fondo sanitario 2020, altri 2 mld al Fondo per l’edilizia sanitaria per macchinari e interventi edilizi urgenti, aumento del tetto di spesa per il personale dal 5% al 15%, un piano di stabilizzazione che dovrebbe riguardare oltre 30 mila tra medici ed infermieri con la proroga, al 31 dicembre, della Legge Madia sulle stabilizzazioni del personale sanitario, la stabilizzatori di circa 1500 ricercatori precari IRCCS e IZS e infine
50,6 mln in due anni per ampliare in tutta Italia la sperimentazione della farmacia dei servizi: prenotazione esami e visite specialistiche esami per la glicemia, colesterolo, trigliceridi, test di gravidanza, test menopausa, test tumore colon retto, pressione, spirometria percorso di accesso personalizzato ai farmaci con controllo dell’aderenza.

E' già qualcosa ma non abbastanza dopo anni di tagli, già si parla di nuove spending review in arrivo, di mancati finanziamenti al fondo sanitario nazionale, dopo il pensionamento di decine di migliaia di dipendenti in sanità. Insomma interventi resi necessari da una situazione drammatica che negli ultimi anni ha oggettivamente rafforzato la sanità integrativa e privata in convenzione depotenziando quella pubblica.



L'annuncio del Governo Conte è stato ad effetto , 10 miliardi in più spalmati da qui al 2023, ora si tratta di capire come saranno spesi questi soldi, quali interventi saranno pensati per la sanità pubblica.

E' una sfida che sindacati, confederali e di base, associazione di utenti e cittadini, dovranno accogliere indicando gli interventi indispensabili, una sorta di agenda delle priorità per ripristinare il servizio sanitario pubblico falcidiato a colpi di riduzione di spesa come dimostra la chiusura di tanti piccoli ambultori e ospedali sul territorio italiano.

Nei prossimi giorni lo scoglio della Conferenza stato regioni ma intanto sarebbe opportuno non affidarsi ai "buoni" intenti della politica, individuare noi stessi le priorità dalle quali ripartire perchè il rischio è dietro l'angolo ossia la costituzione di poli ambulatori dei medici di base per erogare servizi che dovrebbero garantire le strutture pubbliche.

Su questo, e su molto altro, apriamo il dibattito prima che sia troppo tardi

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