l'Italia del 2020....

L'annuario Istat ricorda agli smemorati italiani che la ripresa, assai lieve, delle dinamiche salariali deriva dal rinnovo dei contratti pubblici, avvenuta a inizio 2018 e dopo quasi 9 anni di blocco. 3,2 milioni di dipendenti, ciascuno dei quali ha ricevuto aumenti netti medi inferiori ai 50 euro, questo il solo dato rilevante ai fini statistici. Ma i quasi 50 euro netti, se parliamo di 80 euro lordi si vende una immagine distorta della realtà, compensano il potere di acquisto perduto negli anni precedenti?

La risposta è negativa, senza dimenticare poi che il salario accessorio, quello di secondo livello, ha subito continui decrementi, i fondi della produttività decurtati per anni attraverso leggi e provvedimenti atti solo a contenere la dinamica salariale, i soldi arrivati poi specificamente per la contrattazione aziendale sono cosi' pochi da non compensare neppure l'incremento di alcuni istituti contrattuali previsto dal nuovo ccnl ma demandato , scientemente , alla contrattazione con le Rsu.

Si fa presto allora a parlare di incrementi statistici quando la realtà da concerta diventa astratta, basti ricordare che 15 anni fa i rinnovi contrattuali nella Pa determinavano il pagamento degli arretrati mentre oggi se la cavano con pochissimi euro mensili di indennità di vacanza contrattuale.

La dinamica salariale delle classi medie, in primis del pubblico impiego, è scivolata verso il basso, i nostri salari al cospetto di quelli euopei risultano tra i piu' bassi in assoluto.
E allo stesso tempo le basse qualifiche hanno subito una grave erosione del potere di acquisto tra contratti mai piu' rinnovati e paga oraria da fame.

Se non c'è lavoro sovente non c'e' neppure casa, i nostri centri storici sono diventati preda delle piattaforme per gli affitti destinati ai turisti, dove arrivano queste piattaforme si registra l'aumento dei canoni locativi, la crescita esponenziale del valore immobiliare degli edifici, l'espulsione delle classi sociali meno abbienti verso le periferie. Un fenomeno accaduto assai prima dell'arrivo di AirBNB, quando negli anni ottanta e novanta i centri storici sono stati spopolati per favorire speculazioni immobiliari e piani urbanistici sui quali pochi hanno avviato una adeguata riflessione.
Se i centri storici perdono i loro abitanti, e molte attività artigianali o di piccolo commercio, arrivano flotte di turisti, gentrificazione fa rima con speculazione.
Ma nel frattempo l'Italia diventa un paese vecchio e con aree di emarginazione e povertà  sempre piu' diffuse e preoccupanti , nel 2018 il minimo storico nelle nascite (439.747) dal 1861 ad oggi. E gli immigrati (gli stranieri arrivano a 5,2 milioni) non compensano il calo demografico (-124mila in meno in un anno)  a smentire chi parlava ai quattro venti di invasione.

Le famiglie italiane sono sempre piu' piccole, parliamo del numero di membri, le case diventano luoghi angusti perchè la tendenza attuale è quella di considerare la proprietà immobiliare una sorte di ostacolo alla mobilità del singolo lavoratore, come se il miraggio italiano della casa di proprietà fosse diventato all'improvviso un ostacolo per l'economia.E dopo gli anni di speculazione immobiliare e dei prestiti bancari facili, oggi un mutuo in banca non è scontato soprattutto se non haiu genitori e immobili come credenziali per il prestito.

E poi, ironia della sorte, oltre metà dei figli under 34 anni  continua a vivere con i genitori perchè i prezzi delle case sono sempre meno sostenibili, il lavoro se c'è diventa estremamente precario e sotto pagato. Mammoni non per scelta ma per mera necessità, è bene ricordarlo a quel ministro che innalzo' l'età pensionabile denigrando le giovani generazioni come inguaribili bamboccioni.

Un altro dato a fotografare le difficoltà italiane è dato dalla contrazione dei risparmi privati, dalla forbice sempre piu' grande tra bassi e alti salari, dalla scarsa mobilità sociale (chi nasce povero ha poche opportunità di risalire) fino ad un aspetto apparentemente ludico: un italiano si fa in media una vacanza al'anno mentre la media europea è di 2,6, l'italiano legge pochi libri e va meno al cinema e a teatro della media europea.

Questo è il quadro desolante a fine 2019, un paese nel quale la democrazia reale è sempre piu' minacciata, dai luoghi di lavoro alla società, un paese nel quale si investe , si fa per dire, solo in bonus per la famiglia senza adottare scelte radicali che sulle famiglie avrebbero un impatto decisamente maggiore e positivo (dai nidi dentro il comparto pubblica istruzione ad una legge che imponga allo stato tot nidi ogni tot abitanti, dal ripristino di ambulatori e presidi sanitari nelle isole fino alle aree di montagne solo per citare due esempi e tralasciando la manutenzione del territorio che potrebbe determinare anche la creazione di posti di lavoro). Siamo il paese con la forza lavoro nella Pa piu' anziana, delle fabbriche che delocalizzano e chiudono, il paese che legge meno in Europa e con oltre 3 milioni tra uomini e donne che hanno rinunciato a curarsi nell'anno appena terminato.

Siamo il paese con il maggior numero di case sfitte e non solo per colpa delle piattaforme dell'affitto perchè la speculazione immobiliare è partita negli anni ottanta, la nazione con il piu' alto numero di morti sul lavoro.

 Insomma, dopo un 2019 che si chiude con le multe agli operai e l'arresto di Nicoletta Dosio,  cosa ne sarà dell'anno appena iniziato? Sta anche a noi dare all'anno nuovo la nostra impronta ...





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