Proclamata l'agitazione nazionale del pubblico impiego per il 9 dicembre Sarà lotta o il solito e vecchio uso strumentale dello stato di agitazione?
Proclamata l'agitazione nazionale del pubblico impiego per il 9 dicembre Sarà lotta o il solito e vecchio uso strumentale dello stato di agitazione?
I fondi aggiuntivi messi dalla Legge di Bilancio per i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego saranno comunque inadeguati e insufficienti a recuperare il potere di acquisto perduto nei nove anni di blocco contrattuale per non parlare poi della parte normativa avvolta nel silenzio e che potrebbe determinare ulteriore perdita del potere di contrattazione.
Al di là delle cifre crediamo che la discussione sia fuorviante perchè mette sullo stesso piano i rinnovi contrattuali con le assunzioni nella Pa indispensabili dopo le migliaia di pensionamenti e il decennio di blocco delle assunzioni. Le assunzioni annunciate nei ministeri extra tetti di spesa, ritoccare i limiti del turn over sono elementi comunque insufficienti se non rimettiamo in discussione le normative vigenti che permettono poche assunzioni e rinnovi contrattuali insufficienti rispetto al numero dei pensionamenti avvenuti negli ultimi anni.
Le assunzioni nelle Pa dovebbero essere ben distinte dai rinnovi contrattuali, il rischio che corriamo è di mettere in competizione tra di loro le assunzioni e i rinnovi contrattuali.
Con gran parte della forza lavoro in modalità agile non sappiamo se la giornata di mobilitazione annunciata possa riuscire, se poi la mobilitazione risulta funzionale a mantenere inalterato il quadro normativo vigente (quello della sostenibilità finanziaria per gli Enti locali solo per fare un esempio) la montagna partorirebbe il classico topolino.
Anche con i soldi aggiunti dalla imminente manovra di Bilancio arriveremmo a cifre che non consentono alcun recupero del potere di acquisto perduto.
Nel frattempo le associazioni datoriali e il dipartimento della funzione pubblica hanno scatenato l'ennesima campagna contro il lavoro pubblico, ad esempio la Funzione pubblica ha già sostenuto che gli aumenti previsti sono superiori all' l’indice del costo della vita (Ipca) che per altro negli anni ci ha fatto perdere migliaia di euro.
Dopo gli ultimi 85 euro circa lordi, potrà essere un obiettivo raggiungibile quello dei circa 100 euro lordi di aumento? Fatti due conti ci rendiamo conto che quando parlando di soldi destinati ai contratti includono circa 500 milioni dell’indennità di vacanza contrattuale, 250 dell’«elemento perequativo» (per compensare gli effetti degli aumenti sul bonus da 80-100 euro) i fondi per le indennità specifiche delle Forze di polizia e sicurezza.
Alla luce di queste considerazioni gli aumenti reali , con le cifre stanziate fino ad oggi, sarebbero inferiori a quelli di due anni fa e i soldi promessi dal Governo con la prossima Legge di Bilancio sono un quarto di quelli necessari per portare a casa un contratto dignitoso.
E la situazione diventa particolarmente drammatica per i comparti degli Enti locali e della sanità che subiscono la riduzione dei fondi da parte dello Stato e con il minore introito derivante dalla pandemia potrebbero trovarsi senza soldi per coprire gli aumenti contrattuali.
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