E' ora che paghino i ricchi

E' ora che paghino i ricchi

Marco Bersani

In attesa che la fondamentale discussione sull'apertura o meno dei campi da sci trovi una conclusione consona alla statura politica e culturale del Paese, è forse giunto il momento di spiegare a governo e classe politica che il rilancio dell'economia -di questa economia- assomiglia alla ruota del criceto, che, per quanti sforzi faccia, si ritrova costantemente al punto di partenza.

Il fatto è che l'idea di essere tutt* sulla stessa barca fa acqua da tutte le parti, e stare su un barcone o su uno yacht non sono solo due modi diversi di viaggiare.

Governare significa scegliere da quale punto osservare il mondo, e la pandemia obbliga a decidere se questo modello economico-sociale deve proseguire, costringendo la gran parte della popolazione a scegliere oggi tra reddito e salute e domani tra debito e diritti, o se è ora che si inverta decisamente la rotta.

E' ora che paghino i ricchi”: quale parte di questa frase non è chiara a governo e arco parlamentare? Proviamo a spiegarglielo con due esempi.

Per il primo, ci facciamo aiutare dal rapporto “The State of Tax Justice 2020” redatto da Tax Justice Network, secondo il quale al nostro Paese ogni anno viene sottratto -grazie alla libertà di movimento dei capitali, ai paradisi fiscali e ai paesi a fiscalità agevolata- un valore di 10,5 miliardi di euro, che, per dare l'idea, garantirebbe la copertura dello stipendio di 380.000 infermieri.

Vogliamo aprire un contenzioso forte dentro l'Europa per imporre che la tassazione delle multinazionali sia legata a dove svolgono l'attività e non a dove hanno collocato la sede legale?

Vogliamo dire che, finché non verrà attuata questa disposizione, non ci sono vincoli finanziari che tengano, e si spende tutto quello che è necessario per assumere medici e infermieri per la sanità pubblica e insegnanti e personale per la scuola pubblica?

Per il secondo esempio, ci facciamo aiutare dallo studio 2019 del Boston Consulting Group sulla ricchezza privata

 

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