La disuguaglianza economica e la privatizzazione della sanità provocano solo disastri sociali
Meriterebbe di essere letto e discusso pubblicamente il rapporto dell'OMS “World Health Statistics 2022” per fotografare una situazione taciuta ossia che la crescita delle disuguaglianze economiche e sociali presenta immediate ripercussioni sulla salute di milioni di uomini e donne.
E le disuguaglianze riguardano i paesi a capitalismo sviluppato e il divario crescente tra queste nazioni e i paesi del secondo e terzo mondo dove miliardi di persone sono prive di copertura sanitaria universale e la salute è sempre più a rischio dopo la pandemia. Anzi se guardiamo ai dati del vaccino, a prescindere dalle opinioni sullo stesso, solo il 12% della popolazione che vive nei paesi con minore reddito risulta vaccinato quando la percentuale nelle nazioni ricche supera il 74% .
E da più parti si parla di milioni di morti superiori alle statistiche ufficiali.
Le disuguaglianze economiche e sociali sono causa non solo della riduzione della aspettativa di vita, incidono non poco le morti in aumento nelle classi sociali meno abbienti e analogo discorso potremmo definire dentro il rapporto tra paesi sviluppati e non con questi ultimi che vedono in continua crescita morti, malattie e decessi per le carenze della sanità pubblica. Non si muore solo di covid ma anche per malattie che pensavamo debellate, per carenza o assenza di cure, di ospedali, di prestazioni sanitarie
A questo punto dovremmo guardare agli investimenti in sanità dei vari paesi e nonostante la pandemia non registriamo aumenti di spesa considerevoli, dal 1980 ad oggi le somme destinate alla salute, se rapportate al numero degli abitanti, sono state ridotte mentre la spesa sanitaria a favore delle strutture private risulta in continuo aumento.
Le disuguaglianze si ripercuotono negativamente sulla salute delle classi meno abbienti e dei paesi più poveri.
La spesa sanitaria al contempo si indirizza a favore delle strutture private e in questa ottica anche la sanità integrativa prevista nei contratti nazionali ha rappresentato un forte incentivo a ridurre gli investimenti per le strutture pubbliche.
Numerosi paesi sono usciti dalla miseria e hanno registrato un aumento della aspettativa di vita impensabile fino a pochi anni or sono. L'aspettativa di vita globale alla nascita è aumentata da 66,8 anni nel 2000 a 73,3 anni nel 2019 salvo poi diminuire nei tre anni successivi, stesso trend è registrato dalla percentuale della popolazione che vive in buona salute.
C' anche da dire che alcune malattie un tempo debellate come tubercolosi e malaria hanno avuto una impennata di casi e di morti a conferma che troppo poco viene fatto per la prevenzione e la riduzione dei servizi della sanità pubblica pesa come un inamovibile macigno .
L'assenza di una dieta alimentare bilanciata e perfino di igiene e acqua potabile è tra le cause principali di alcune malattie derivanti dall'inquinamento , stesso discorso per la ipertensione favorita dall'aumento dei tempi di lavoro e da una errata alimentazione. Preoccupante la crescita delle malattie tra vecchi e bambini questi ultimi senza adeguata alimentazione
C' un passaggio significativo del Rapporto che va citato integralmente
Raggiungere l'accesso universale per gestire in sicurezza acqua, servizi igienico-sanitari e servizi igienici di base entro il 2030 richiederà un aumento di quattro volte degli attuali tassi di avanzamento.
Inoltre, circa il 44% delle acque reflue domestiche è stato scaricato senza trattamento sicuro nel 2020.
Più di due terzi (circa il 69%) della popolazione mondiale utilizzava principalmente combustibili puliti e tecnologie per la cucina, rispetto alla metà del 2000. Tuttavia, la quasi totalità della popolazione mondiale (99%) respira livelli malsani di particolato fine e biossido di azoto.
Anche in questo caso le persone che vivono nei Paesi a basso e medio reddito sono maggiormente esposte all'inquinamento dell'aria esterna a livelli che superano i limiti di qualità dell'aria dell'OMS.
L'assistenza sanitaria di base è la pietra angolare di un sistema sanitario equo e resiliente. L’insufficiente attenzione al ruolo centrale dell'assistenza sanitaria di base ha rallentato l'efficacia della risposta alla pandemia e ha provocato anche le interruzioni delle cure di routine in molti paesi, minacciando così i progressi compiuti prima della pandemia.
Un finanziamento sanitario adeguato è un prerequisito per il buon funzionamento dei sistemi sanitari. In questo senso la spesa globale per la salute è più che raddoppiata in termini reali tra il 2000 e il 2019, raggiungendo il 9,8% del PIL mondiale. Circa l'80% di quella spesa è avvenuta però nei Paesi ad alto reddito, con la maggior parte (circa il 70%) costituita da spesa pubblica.
In particolare, la regione africana, che sopporta quasi un quarto (24%) del carico mondiale di malattie, aveva solo il 3% del operatori sanitari del mondo.
Nel complesso, sono necessarie azioni urgenti per raggiungere l'obiettivo di avere un ulteriore miliardo di persone che godano della copertura sanitaria universale entro il 2030.
Gli obiettivi per il 2030 erano in realtà da raggiungere nel 2023 come abbiamo perso traccia di tanti altri obiettivi in materia di salute e prevenzione il cui raggiungimento è stato procrastinato per lustri.
La disuguaglianza economica e sociale è la causa della mancanza di salute, la sperequazione esistente tra classi e nazioni non fa che acuire il numero di morti e malattie.
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