Dopo due anni ancora fermi i premi covid per il personale infermieristico

 Ironia della sorte gli eroi della pandemia sono finiti nel dimenticatoio, Ricorderete la retorica ufficiale tendente ad esaltare figure professionali in prima linea nella lotta alla pandemia, tante promesse finite letteralmente nel dimenticatoio, promesse di assunzioni, di incrementi salariali, fine del numero chiuso nell'università.

Il contratto nazionale della sanità tarda ad essere ratificato e senza di esso anche i premi promessi per la lotta al covid, nel frattempo il numero chiuso non è stato cancellato, le assunzioni sono arrivate con il contagocce, mancano fondi alla ricerca, le Rsa sono abbandonate al loro destino tra tagli alle risorse e al personale.

Da due anni ormai  544mila dipendenti della sanità, fra cui i 277mila infermieri attendono in busta paga il fantomatico  «premio Covid» ossia un aumento stabile in busta paga annunciato in pompa magna dal Governo Conte . Parliamo i briciole, di cifre assai contenute comprese tra 62,81 e 72,79 euro lordi al mese ma senza il contratto non sarà possibile erogare questo bonus,  

Quali sono i motivi di questi ritardi? Il ministero dell’Economia ha inviato all’Aran alcune richieste di chiarimento sulla preintesa firmata il 15 giugno, fra cui appunto i i meccanismi di carriera degli operatori sanitari e altre misure di spesa.

E' evidente che l'obiettivo è quello di contenere la spesa di personale, sono trascorsi 3 mesi dalla preintesa ma serve l'assenso non solo della Ragioneria e della Corte dei conti ma anche la ratifica del consiglio dei ministri per la sottoscrizione finale . e nel frattempo le promesse sono ancora nel dimenticatoio.

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