Si chiama flat tax ma si legge sradicamento del welfare

 Nei pochi paesi dove la flat tax viene applicata  lo stato sociale è stato ridotto ai minimi termini partendo per altro da ben poche prestazioni erogate con interi settori sociali tagliati fuori da ogni forma di aiuto e assistenza. 

In paesi nei quali il welfare è invece articolato, come nella vecchia Europa, tra prestazioni socio assistenziali e previdenziali, la flat tax determinerebbe tagli al sistema pubblico (a partire da istruzione e sanità) che creerebbero alla lunga le condizioni di un conflitto sociale assai articolato.

Non viviamo nei paradisi fiscali ma in società complesse costruite nei lunghi decenni neokeynesiani, perfino economisti liberal mettono in guardia dalla riduzione sistematica e generalizzata delle tasse che comporterebbe la contrazione della spesa pubblica con ripercussioni immediata sui servizi erogati dal welfare.

Se poi pensiamo al rincaro delle tariffe energetiche e alla cosiddetta transizione migliaia di imprese saranno costrette a ricorrere agli ammortizzatori sociali con una spesa elevata a carico del sistema pubblico.

Se guardiamo al Pil dei paesi dell'Est europeo, nei quali hanno applicato la flat tax,  e lo confrontiamo con quello dei paesi continentali del centro- Nord- Ovest si comprende come una eventuale applicazione della tassa piatta creerebbe disuguaglianze crescenti, processi di privatizzazione a catena ma al contempo anche l'aumento esponenziale delle classi disagiate minando quel compromesso sociale sul quale le società sono state costruite.

Ove la flat tax viene applicata la spesa sociale è di 12 punti in meno di quella degli altri paesi (47% circa), forse l'obiettivo è proprio quello di ridimensionare il welfare per rafforzare i settori privati, le pensioni integrative, la sanità e l'istruzione privata.

Non siamo davanti a uno scenario che vede contrapposte due visioni antitetiche dello Stato, una liberista e un'altra statalista, tutto l'arco parlamentare ha fatto della riduzione delle tasse il proprio cavallo di battaglia perchè in ogni caso il potenziamento del privato resta il faro guida tanto del centro destra quanto del centro sinistra.

Le ricette per arrivare a questo obiettivo sono tuttavia diverse ma il rischio di un immediato futuro con crescenti disuguaglianze è una prospettiva tutt'altro che remota. E da qui la necessità di attrezzarci per costruire una adeguata risposta a tutela degli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici


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