LA SCUOLA VOTA A SINISTRA

 riceviamo e pubblichiamo

LA SCUOLA VOTA A SINISTRA

Il complesso dei partiti e dei candidati che si presenteranno alle elezioni politiche del prossimo 25 settembre appare, come ormai accade da molto tempo agli appuntamenti elettorali, particolarmente demotivante. Tale stato delle cose, in atto da troppo tempo, ha spinto molti elettori a disertare le urne o ad annullare la scheda elettorale per l’impossibilità di individuare un partito e dei candidati che siano in grado di lavorare attorno alle profonde problematiche del nostro Paese. Questa legge elettorale, che annulla la libertà di scelta degli elettori demandandola totalmente alle segreterie dei partiti presenti al voto, aggrava ulteriormente il rapporto società/politica istituzionale.

Nessuno dei “grandi partiti” ha messo seriamente in discussione tale stato delle cose.

Ad aumentare la pesantezza dell’atto elettorale, un diritto/dovere, la previsione di una larga affermazione del Centrodestra a traino Fratelli d’Italia, che in assenza di solide e chiare alternative ideologiche, lascia nella più nera depressione politica milioni di elettori. L’astensionismo potrebbe pertanto divenire ancora più imponente.

Un segnale di disaffezione che lascia però inalterato a livello funzionale, anche solo formalmente, il Parlamento con tutto quello che ruota attorno ad esso: commissioni, nomina di presidenti delle aziende statali, rapporti internazionali dell’Italia.

Votando o non votando il popolo italiano non sarà certo artefice del proprio destino. La tentazione di disertare le urne è perciò grande e, come accaduto in altri Stati, in altre occasioni, Argentina per esempio, il risultato finale sarebbe comunque la continuazione di un percorso istituzionale con poca sostanza, internamente vuoto e dominato da una retorica sempre più corposa: “que se vayan todos”, un grido di dolore, ma debolissimo ed inane.

Coscienti di tutto questo pensiamo che comunque un voto a sinistraqualsiasi sia la personale interpretazione del termine “sinistra” cui possiamo pensare, ci permetterebbe di metterci nella condizione di aver provato a fermare questa tragica deriva politica.

Destra e sinistra sono ancora oggi presenti come crinali diversi e contrastanti sullo scenario sociale: “Una Sinistra esiste, perché ancora esiste una differenza tra Sinistra e Destra. Quelli che negano l’esistenza di questa divisione, in genere sono di destra. [] È evidente però che il significato della Sinistra è cambiato, particolarmente negli ultimi decenni. Finora non è cambiato invece, almeno nei paesi sviluppati, il minimo comune denominatore ideologico che ispira tutte le varie manifestazioni della Sinistra. Questa base consiste, a vari livelli, nel riferimento a una Rivoluzione: quella inglese, che fu alle radici anche di quella americana; quella francese; fino a quella russa inclusa. La maggioranza della gente che si dichiara di sinistra, in qualche modo, ancora guarda all’indietro ad uno o ad un altro aspetto di questa tradizione e alle ideologie associate con quei rivolgimenti”. (Eric J. Hobsbawm, Intervista sul nuovo secolo, a cura di Antonio Polito, Laterza edizioni, Roma-Bari, 2001, pp. 83/84).

 

SERGIO COLELLA (DIRIGENTE SCOLASTICO emerito)

DARIO GENERALI (RICERCATORE C.N.R.)

FABIO MINAZZI (ORDINARIO FILOSOFIA DELLA SCIENZA – VARESE)

TIZIANO TUSSI (Già INSEGNANTE LICEO)

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