El Alamein : niente da celebrare

 Ieri si è celebrata la Battaglia di El Alamein , gli italiani combattevano a fianco della Germania nazista e furono sconfitti

 
Se cosi' non fosse stato oggi non esisterebbe la Repubblica fondata sulla Resistenza,  non ci sarebbe la democrazia parlamentare.
 
Per questa semplice ragione troviamo fuorvianti le parole espresse  dal Generale Camporeale, di cui riportiamo un solo passo esplicativo “come l’ispirazione e l’esempio che i paracadutisti di oggi debbono seguire per raggiungere il più elevato grado di efficienza, organizzazione e professionalità si possano individuare nelle gesta compiute tra le sabbie di El Alamein, dove migliaia di uomini si sono opposti fino all’estremo sacrificio, con una caparbia ed eroica resistenza a forze numericamente e tecnologicamente soverchianti”.  
 
Non una parola viene spesa sul colonialismo italiano che fece ampio uso di gas contro le inermi popolazioni africane, non una parola su una guerra che l'esercito italiano combattè a fianco della Germania nazista almeno fino all'8 Settembre quando numerosi militari italiani scelsero di combattere nella Resistenza al nazi fascismo.
 
La decontestualizzazione della battaglia di El Alamein è pericolosa perchè rimane ancorata a una narrazione che dimentica le responsabilità, politiche, militari, civili  e umane, dei vertici dell'esercito che assecondarono le guerre nazi fasciste, non parliamo dei soldati che furono invece carne da macello di quei conflitti in Africa come in Russia.
 
E sostenere una linea di continuità tra il passato e il presente finisce inevitabilmente con dimenticare il fascismo e le sue responsabilità storiche, tutto viene ridotto a un concetto di efficienza e di eroismo che nei giorni nostri determina le guerre della Nato, le militarizzazioni dei territori e un modello di società che stride fortemente con quel ripudio della guerra che dovrebbe accompagnarci anche nella ricostruzione degli eventi storici.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

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