Rapporto Caritas 2022 su povertà ed esclusione sociale

 riceviamo e pubblichiamo questo Articolo di Rodrigo Rivas 


Rapporto Caritas 2022 su povertà ed esclusione sociale
"Giornata internazionale di lotta alla povertà", 17 ottobre 2022

Dal rapporto Caritas 2022, il teatrino mediatico ha colto soprattutto un'affermazione: È necessario mantenere ed allargare il cosiddetto "reddito di cittadinanza", che il rapporto identifica come "l'unica misura di contrasto alla povertà messa in atto nella passata legislatura".

Conviene ricordare che l'attuale maggioranza intende abolirlo il reddito di cittadinanza e che la Confindustria lo sollecita ogni giorno con svariate motivazioni.
Conviene anche ricordare che la soppressione delle politiche sociali - quantomeno la sua forte riduzione - è iniziata col governo del fantino di Arcore che includeva - tra gli altri - la neopresidentessa del consiglio di ministri (in pectore), ed il neopresidente del senato.
E conviene ricordare che festeggiando l'approvazione del reddito di cittadinanza, l'allora ministro del lavoro, un "ministro per caso" seguace di quell"allenatore di calcio che voleva "comprare Lamalgama", parlò di definitiva "abolizione della povertà".

Sarebbe del tutto fuori luogo incolpare della povertà realmente esistente il governo Draghi.
La diffusa povertà è il risultato - voluto - delle politiche neoliberiste inseguite con alevosia pur se con acenti e sottolineature diverse, da tutti i governi della cosiddetta Seconda repubblica.
Volendo essere buoni, si può concedere che qualcuno non se ne sia accorto dei risultati che avrebbe provocato con ciò che faceva. 
Ma,  diversamente dalla nota espressione, "perdonali perché non sanno quel che fanno", penso che lo sapessero benissimo.

Chiarito che non penso affatto che la responsabilità sia solo dell'ultimo governo, mi resta una curiosità: cosa intendevano dire - Letta and Co poco limitata - con l'espressione "Agenda Draghi"?

Infine, non posso non notare un non piccolo paradosso: per conoscere lo stato di salute della società, si deve ricorrere al rapporto di un gruppo para-religioso.
Credo sia una esclusiva per uno Stato non confessionale.

Ciò detto, vi propongo la sintesi, non mia ma degli autori del rapporto.
Ne consiglio a chi può, la lettura integrale.


"Non esiste una sola povertà: ce ne sono tante, acuite dai disastrosi effetti della pandemia, ancora in corso, e dalle ripercussioni della vicina guerra in Ucraina. 

Nel 2021 i poveri assoluti nel nostro Paese sono stati circa 5,6 milioni, di cui 1,4 milioni di bambini.

Tra gli “anelli deboli”, i giovani, colpiti da molte forme di povertà: dalla povertà ereditaria, che si trasmette “di padre in figlio” per cui occorrono almeno cinque generazioni a una persona che nasce in una famiglia povera per raggiungere un livello medio di reddito; alla povertà educativa, tanto che solo l’8% dei giovani con genitori senza titolo superiore, riesce a ottenere un diploma universitario.

Solo nel 2021 quasi 2.800 Centri di Ascolto Caritas hanno effettuato oltre 1,5 milioni di interventi, per poco meno di 15 milioni di euro, con un aumento del 7,7% delle persone che hanno chiesto aiuto rispetto all’anno precedente. 
Anche nel 2022 i dati raccolti fino a oggi confermano questa tendenza.

Non si tratta sempre di nuovi poveri ma anche di persone che oscillano tra il dentro e fuori dallo stato di bisogno.

Tra questi, coloro che, pur lavorando, sono poveri (working poor), oggi rappresentano il 13% degli occupati. 
Il 23,6% di quanti si rivolgono ai Centri di Ascolto sono lavoratori poveri.

Il Rapporto si conclude con una valutazione delle politiche di contrasto alla povertà, con particolare attenzione alle prospettive di riforma e investimento derivanti dal PNRR e dal programma europeo Next generation EU".

Note ulteriori:
- "povero assoluto" = chi non riesce a mangiare e a disporre di un posto per dormire 
- "povero" = chi non arriva al 50% del reddito medio.
Nel rapporto sono stimati in 9,5 milioni di persone, ossia quasi il 10% della popolazione.

Commenti