Se i beni comuni vanno in borsa....la Multiutility toscana
Cronaca di una morte annunciata, quella stagione nella quale si pensava che i beni comuni dovessero essere difesi, pubblicizzati e sottratti alle speculazioni finanziarie. In Toscana governa il centro sinistra che ha deciso di fondere le società che gestiscono i servizi idrico, rifiuti, vendita e distribuzione di gas e luce, tutte insieme dentro una multiutility da quotare in borsa.
L’operazione, fortemente voluta dal Pd, riguarda 66 comuni della Toscana centrale, al di là della opposizione di qualche sindacato o associazione, è stata per lo più sottovalutata o ignorata dall'opinione pubblica e perfino dalla forza lavoro di queste aziende, non si comprende la pericolosità di una scelta del genere che di fatto trasforma le società in vere e proprie spa che dovranno rendere conto agli azionisti e non ai cittadini, privilegiare gli andamenti del titolo in borsa piuttosto che calmierare i prezzi, fatto sta che la finanziarizzazione dei beni comuni ha prevalso su ogni altra logica e solo qualche piccolo Ente locale che si è sottratto alla intera operazione
Non ci rincuora la promessa del Sindaco di Firenze di mantenere in quota pubblica il 51 per cento della futura società, per esperienza diretta sappiamo che numerose società pubbliche nel recente passato sono state gestite in un certo modo da azionisti di minoranza privati, fatto sta che al pari di quanto accade in molti paesi europei stanno nascendo dei colossi economici, con soldi pubblici ricordiamolo ancora una volta, per lo sfruttamento e la gestione di beni comuni che in teoria dovrebbero essere fuori da ogni logica speculativa.
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