Io....insegnante senza speranza. Lettera aperta di una insegnante

 Pubblichiamo una lettera aperta pervenuta al nostro blog


Pochissimi anni, forse 2 , mi separano dalla pensione e mai avrei pensato di finire una lunga vita lavorativa con tanta sfiducia verso le istituzioni scolastiche.

Se ripenso all'entusiasmo degli anni giovanili quando, a bordo di una vespa, mi recavo nei paesini delle province di Pisa e Livorno per insegnare materie umanistiche nelle scuole medie, sono assalita da sensi di colpa. Dov'è finita la gioia che contraddistingueva i primi anni di insegnamento, ove sono finite le speranze di contribuire alla formazione e alla crescita delle giovani generazioni? E questo mio scetticismo non influenzerà negativamente anche i giovani scolari? Quale messaggio potrò mai trasmettere loro?

 Per anni nelle scuole di ogni ordine e grado non si sono assunti insegnanti, oggi l’età media  in Italia che si aggira intorno ai 50 anni quando invece la media dei paesi OCSE è sotto il 34%.  Colgo una certa diffidenza dei giovani colleghi verso noi "anziani", è avvenuta una rottura generazionale che i sindacati non sono riusciti a  sanare o a ricomporre.

  Alcuni dirigenti scolastici sono stati miei allievi o hanno l'età dei miei figli, niente di strano ma la loro visione della scuola non potrà mai essere quella di chi per entrare in ruolo ha dovuto girare, in lungo e largo, le scuole della provincia racimolando ore per arrivare al completamento dell'orario.  E anche i colleghi più giovani ai quali mancano magari 20 anni prima della pensione hanno vissuto esperienze analoghe alle mie ma la loro insoddisfazione si tramuta spesso una sorta di guerra silenziosa contro i presidi, si risponde talvolta con la burocrazia sindacale alla burocrazia dei vertici scolastici.

Molti colleghi giovani intanto vivono, forse con eccessiva rassegnazione, questa sorta di pendolarismo in attesa del posto fisso. Ci hanno sottratto ore utili per l'insegnamento affossandoci dentro adempimenti burocratici, portiamo il lavoro a casa ma agli occhi della opinione pubblica restiamo dei privilegiati con 3 mesi , che tali non sono, di ferie all'anno.

Da qui a meno di dieci anni avremo forse il piu' grande turn over degli ultimi 50 anni, metà degli attuali docenti andranno in pensione sempre che non arrivino i soliti tagli che non consentano il reclutamento nei numeri sufficienti a garantire una istruzione dignitosa. Le riforme scolastiche succedutesi negli anni non hanno portato benefici ma burocratizzato il ruolo dell'insegnante e si è perso per strada quell'entusiasmo che dovrebbe invece caratterizzare il nostro lavoro liberandolo da pastoie burocratiche di ogni ordine e grado.

Mi chiedo quale futuro stiamo riservando ai nostri alunni, mi chiedo se noi insegnanti abbiamo fatto tutto il possibile per scongiurare la debacle del sistema scolastico pubblico o se ci siamo rassegnati, invece, a compensare le magre pensioni con qualche contratto presso scuole private o di recupero anni. Non ho risposte a questo sfogo ma vorrei renderlo noto nella speranza di riaprire una discussione

F.D

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