Il sovranismo di carta si riunisce attorno ai temi identitari

 In campagna elettorale  la leader di Fdi si è contraddistinta per un profilo decisamente basso rispetto al passato,  tuttavia in questi giorni ai suoi alleati ha dato una sorta di diktat: o accettate Nato e  Ue e le loro posizioni su guerra ed economia oppure siete fuori dalla alleanza di Governo del centro destra.

 
Fdi diventa cosi' il partito più atlantista del centro destra dopo avere ricevuto dagli Usa e dai poteri forti della economia e della finanza il via libera al nuovo esecutivo.
 
Sono queste le problematiche dirimenti, poi, per tenersi buono l'elettorato di centro destra, la Meloni dà il via libera a  militanti e alleati per portare i soliti attacchi ai diritti acquisti come l'aborto o\e per cercare unità e protagonismo sui temi identitari.
 
FdI non mostra lo stesso pragmatismo filo capitalista manifestato attorno alle politiche economiche, al contempo non sferra casualmente l'attacco ai diritti civili e guarda anche  alla revisione della Carta Costituzionale.

 

Secondo noi le uscite di Berlusconi non possono essere imputate al mero protagonismo del vecchio Kaimano, ci sono malumori evidenti dentro la coalizione di centro destra su politica estera, sanzioni e probabilmente anche dentro FI non mancano tensioni verso le posizioni del loro leader.
 
Non è da escludere un asse tra Lega e Fi con Salvini al momento silente visto che la sua stessa sovraesposizione ha finito con l'essere controproducente.

Cosa accadrà? Secondo noi troveranno una intesa ma i problemi all'orizzonte sono tutt'altro che di facile soluzione, ad esempio non sarà scontato trovare una linea comune sulle posizioni da assumere rispetto alla Ue. La vecchia idea della destra era quella dell'Europa dei popoli che potrebbe anche rappresentare un problema rispetto alle regole di funzionamento della Ue anche se alla fine lasceranno inalterati i parametri di Maastricht.

E' in gioco non solo la sovranità dei paesi membri messa in seria discussione dalle regole Ue ma anche quelle che fino ad oggi sono state le competenze proprie degli stati nazionali e della Ue, su questo punto difficilmente Meloni e centro destra romperanno con Bruxelles ma allo stesso tempo il rapporto tra Singole Nazioni e Ue potrebbe essere rimesso in discussione ad esempio laddove si tratta di entrare nel merito dei centri di spesa o in alcuni campi specifici come l'agricoltura.
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Ma se qualcuno pensa che Meloni rimetterà in discussione la centralità dell'euro si sbaglia, i fatti daranno conferma o smentita alle nostre osservazioni.
Saranno invece i nazionalismi dei paesi più piccoli ed economicamente deboli a dovere gestire alcune contraddizioni soprattutto in alcuni campi come l'agricoltura e le attività ad essa connesse.
 
Se le contraddizioni sono evidenti è anche possibile che l'assetto attuale della Ue non sia destinato a cambiare nonostante i proclami di questi anni, è forse ipotizzabile che alcune regole di funzionamento possano anche essere modificate ma molto dipenderà da come la Ue affronterà la crisi economica in corso, quali saranno le conseguenze sulle economie nazionali che davanti alla crisi energetica potrebbero trovarsi più o meno penalizzate. 

Di certo, in questi scenari, il nostro ruolo è quello di opporsi alle regole di Maastricht anche per non regalare l'opposizione ai sovranismi di carta rappresentati dai partiti dei destra. E per farlo serve cambiare radicalmente approccio, non è casuale che la guerra in corso suoni come una minaccia contro l'economia del vecchio continente e di conseguenza per le masse popolari che pagheranno la crisi

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