I 75 ANNI DELLA NATO: DI GUERRA IN GUERRA
di Manlio Dinucci
Mentre la NATO, riunita a Bruxelles per celebrare i suoi 75 Anni, stabilisce ulteriori aiuti militari all’Ucraina, Kiev è in crescente difficoltà nel sostenere lo sforzo bellico contro la Russia. Ricorre quindi in misura crescente al attacchi terroristici all’interno della Russia.
Il Servizio Federale di Sicurezza russo (FSB) ha arrestato un gruppo di terroristi che trasportava esplosivi ad alto potenziale da consegnare a una destinazione finale a Mosca. A bordo del loro veicolo commerciale - intercettato al checkpoint di Ubylinka, al confine russo-lettone nella regione di Pskov (Russia occidentale) – è stato scoperto, tra gli altri, un carico di 27 icone ortodosse di fabbricazione ucraina, contenenti esplosivo ad alto potenziale. Questi e altri ordigni esplosivi erano a bordo di un autoveicolo che, diretto dall’Ucraina alla Russia, aveva attraversato sei Paesi della NATO: Romania, Ungheria, Slovacchia, Polonia, Lituania e Lettonia.
Il piano era evidente: una volta in Russia, le icone ortodosse sarebbero state acquistate da chiese, parrocchie e famiglie di fedeli. Dopo un certo tempo, le icone sarebbero state fatte esplodere con telecomandi in modo da provocare il maggior numero di vittime durante una festività religiosa in cui i fedeli si riuniscono nelle chiese e nelle famiglie.
Sta proseguendo allo stesso tempo l’inchiesta sull’attacco terroristico del 3 aprile a Mosca, che ha provocato finora 144 morti, numero che può aumentare poiché oltre 500 sono rimasti feriti. La decisione di colpire gli spettatori di un concerto rientra nel piano terroristico mirante a colpire la popolazione civile russa per provocare caos e sfiducia nei confronti del Governo. Alla strage degli spettatori del concerto doveva seguire, secondo il piano, la strage dei fedeli ortodossi con le icone esplosive.
Non deve stupire il fatto che, per queste azioni terroristiche, vengano usati come esecutori militanti dell’ISIS. Il mainstream politico-mediatico cerca di cancellare il fatto che da anni Kiev collabora con questo movimento terroristico finanziato e armato da Stati Uniti e NATO inizialmente per demolire la Siria dall’interno. Lo testimoniano due articoli dello stesso mainstream. Il 10 luglio 2015, riportando una inchiesta del New York Times, Il Giornale titolava: “Truppe dell'Isis a fianco dell'Ucraina contro i separatisti russi“. Il 21 novembre 2019, il giornale britannico The Independent titolava: “Come l'Ucraina è diventata l'improbabile casa dei leader dell'Isis in fuga dal Califfato”.
Il piano terroristico, in cui vengono usati anche militanti dell’ISIS, fa parte della strategia di quella NATO che, in 75 anni, è passata dalla Guerra Fredda alle guerre del dopo Guerra Fredda e, con il colpo di Stato del 2014 in Ucraina, alla guerra aperta contro la Russia.
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