Quali sono i reali fabbisogni della Pubblica amministrazione?
Quali sono i reali fabbisogni della Pubblica amministrazione?
La pubblica amministrazione non è attrattiva, manca di appeal
Nella P ci sono troppi fannulloni
Andate a lavorare invece di rubare lo stipendio
Gli stipendi negli enti locali sono troppo bassi, bisogna pensare
ad incentivi ad personam e al welfare integrativo per invogliare i
giovani
frasi tratte dal web all'indirizzo della forza lavoro impiegata
nella Pa
Nella Pubblica Amministrazione da qui ai prossimi 5 anni,: tra il
2024 e il 2028, si prevedono quasi 738mila nuovi ingressi che riusciranno a
coprire i posti perduti per i pensionamenti previsti che dovrebbero
ammontare a circa 680 unità. E ricordiamo che decine di migliaia di dipendenti
sono rimasti 3\4 anni in più a lavorare per effetto della Riforma previdenziale
Fornero.
Se pensiamo poi ai 10 anni di blocco della contrattazione e delle
assunzioni, ai posti di lavoro perduti negli ultimi 20 anni anche con questa
straordinaria leva assunzionale gli organici resteranno insufficienti.
Pochi anni or sono L'Osservatorio Cpi scriveva:
se si volesse tornare nel 2026 al rapporto tra occupati e
popolazione medio del periodo 1980-2021, l’occupazione dovrebbe salire dalle
3,36 milioni di unità annue di lavoro del 2021 a 3,54 milioni di unità.
Applicando lo stesso aumento percentuale ai lavoratori pubblici a tempo
indeterminato si passerebbe da 3,24 milioni di lavoratori a 3,42 milioni.
I dati sono impietosi, se pensiamo ai lavoratori della PA dovremmo
guardare ai processi decisionali che hanno portato alla progressiva erosione
degli organici e alla sistematica perdita di potere di acquisto dei salari con
crescenti disuguaglianze esistenti tra i vari comparti nei quali viene
suddiviso il settore pubblico.
Ci viene raccontata una storiella secondo la quale il Pnrr andrà a
rivalutare i reali fabbisogni del pubblico, peccato che le assunzioni previste
per il raggiungimento degli obiettivi del Piano siano in prevalenza a tempo
determinato.
Sempre nei giorni scorsi vari gruppi parlamentari hanno presentato
alcune proposte di legge per la riduzione della settimana lavorativa a parità
di salario, se guardiamo ai problemi reali non sbaglieremmo a definire questa
ipotesi percorribile nel privato ma invece difficoltosa nel pubblico dove le
carenze di personale sono ormai evidenti..
Mancano infermieri, medici, tecnici e impiegati, una complessiva
riorganizzazione della macchina pubblica potrebbe anche portare a processi di
esternalizzazione di innumerevoli servizi pur sapendo che i benefici siano
stati negli anni ben pochi, utili a ridurre la spesa di personale e gli
organici ma con risultati poco apprezzabili se analizzassimo la qualità del
lavoro, i livelli retributivi e contrattuali degli esternalizzati.
La tendenza a favorire interinali e cooperative è particolarmente
forte nella sanità mentre gli enti locali hanno progressivamente esternalizzato
innumerevoli figure professionali che oggi risultano invece necessarie e forse
anche più convenienti.
Gli esternalizzati guadagnano meno della forza lavoro della Pa,
sono inquadrati con contratti sfavorevoli e hanno orari settimanali superiori
alle 36 ore , eppure portano a casa stipendi di poco superiori alla soglia di
povertà, sono in buona parte part time
Che il pubblico abbia bisogno di personale è indubbio ma bisogna
intenderci su quali figure professionali assumere, se prevarrà la scelta
di optare per figure apicali o se invece andremo a bandire concorsi per
tecnici, amministrativi, educatori, per ruoli esecutivi e non principalmente
per le figure apicali
In seconda istanza ci sarà da aggiornare i profili
professionali fermi a 30 anni or sono ma non prima di avere deciso
quale sia la volontà del Governo, se rilanciare il pubblico a partire dalla
gestione diretta dei servizi o se invece andare verso nuovi processi
di privatizzazione\esternalizzazione
E per chiudere pensiamo che i bassi salari oggi esistenti negli
enti locali siano tra le cause della perdita di oltre 10 mila organici
all'anno, non è solo lo stipendio modestissimo a tenere lontano i giovani ma
anche le difficoltà che incontrano a operare in contesti nei quali il
raggiungimento degli obiettivi di mando dei Sindaci è divenuto una sorta di
imperativo categorico a prescindere dalle risorse destinate alle assunzioni e
alla formazione per non parlare dei carichi di lavoro crescenti.
I nodi sono giunti al pettine e scioglierli dovrà essere il primo
compito per Governo e sindacati
Bibliografia
https://www.lentepubblica.it/personale-e-previdenza/settimana-corta-pubblico-impiego/
https://www.lentepubblica.it/wp-content/uploads/2024/03/report_previsivo_2024-28-1.pdf
https://osservatoriocpi.unicatt.it/ocpi-pubblicazioni-l-occupazione-nel-settore-pubblico-in-italia
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