La sottrazione delle terre palestinesi e l’assetto costituzionale dello stato di Israele
30 marzo: “Giornata della Terra in Palestina”
Palestina storica e occupazione Israeliana
La sottrazione delle terre palestinesi e l’assetto costituzionale
dello
stato di Israele
Ogni anno in Palestina viene celebrata questa ricorrenza per tenere viva la memoria sui fatti accaduti in quel giorno del 1976 all’interno di Israele, quando a seguito dell’annuncio del governo di Tel Aviv del sequestro di 5.198 acri di terra palestinese (1 acro = 0,405 ettari), le manifestazioni di protesta dei palestinesi cittadini israeliani furono violentemente represse provocando l’uccisione di 6 giovani e l’arresto di molti altri. Quest’anno, cadendo la ricorrenza nel pieno dell’offensiva contro la Striscia di Gaza, tale ricorrenza offre l’opportunità di approfondire la tematica della questione della proprietà della terra nella Palestina storica, l’area fra il fiume Giordano e il mar Mediterraneo estesa 26.323 kmq e comprendente Israele e i Territori Palestinesi Occupati, della quale attualmente l’85% si trova sotto controllo israeliano, mentre ai palestinesi resta solo il 15%.
Infatti, fin dai primi anni successivi alla sua fondazione nel 1948 i governi
israeliani si sono contraddistinti per una politica di sottrazione delle terre
di proprietari palestinesi e sono arrivati ad inglobare nel proprio stato, in
poco più di 75 anni, la gran parte della Palestina storica, più alcune aree del
Libano e, soprattutto, le Alture del Golan della Siria.
Ma come è potuto accadere tutto
questo? In che modo Israele si è illegittimamente impossessato di territori cacciando
ed espropriando dei propri beni centinaia migliaia di civili palestinesi? Inoltre,
quale è il tipo di assetto istituzionale che caratterizza Israele? Perché
alcune organizzazioni affermano che è stato messo in atto un regime di apartheid?
Queste sono solo alcune delle domande che sono sorte riflettendo su ciò che sta accadendo in Israele, e noi alunni di 2cafm abbiamo realizzato un’intervista ad alcuni nostri compagni che hanno approfondito l’argomento con l’obiettivo di analizzare queste tematiche e provare a fornire delle risposte.
1)Quali strumenti legislativi ha utilizzato lo stato di Israele per la sottrazione
delle terre palestinesi?
Risponde Pietro Curini
:Il processo di sottrazione delle terre palestinesi, è avvenuto tramite l’utilizzo di strategie e meccanismi legislativi diversificati che la celebrazione della Giornata della Terra ci offre l’opportunità di analizzare.
La
Giornata della Terra viene celebrata dai palestinesi di tutto il mondo il 30
marzo di ogni anno, lanciando
diverse
attività. L'anniversario di quest'anno cade nel mezzo dell'escalation della
guerra israeliana nella Striscia di Gaza iniziata lo scorso ottobre a seguito
dell’operazione “Diluvio di al-Aqsa” lanciata dalla resistenza palestinese per
riportare al centro dell’attenzione internazionale la questione
dell’occupazione militare dei loro Territori che sarebbe stata accantonata con
l’imminente adesione dell’Arabia Saudita al Patto di Abramo.
La
Giornata della Terra ha quindi acquisito grande importanza per i palestinesi,
poiché è stato il primo scontro avvenuto tra le masse palestinesi con
cittadinanza israeliana e l’esercito di Tel Aviv all’interno dello stato di Israele.
Tuttavia,
storicamente il primo meccanismo legislativo adottato dai governi israeliani
per l’espropriazione di terre palestinesi è stato la legge dei “Proprietari
assenti”, la quale, emanata nel 1950, afferma che “i beni dei palestinesi
residenti al di fuori dei confini di Israele, o in paesi ostili, vanno
confiscati”. Grazie a questa legge, Israele sequestrò, nei territori
conquistati con la guerra del 1948-49, migliaia di beni appartenuti ai
palestinesi sfollati dalle loro città, terre e villaggi, a seguito del
conflitto ed ai quali è stato sempre impedito dai governi israeliani di farvi
ritorno, divenendo da allora profughi.
L'Istituto
palestinese Arij ha aggiunto che la legge in questione ha subito diverse successive
modifiche, per permettere il sequestro della massima quantità possibile di
terreni e immobili palestinesi anche nei Territori occupati nel 1967, a beneficio
dei piani di costruzione di insediamenti ed espansione coloniale. L’ultima modifica
risale al 2004, quando l'attuale premier Benjamin Netanyahu ricopriva il ruolo
di ministro delle Finanze. In quell’anno, il governo israeliano ha approvato un
emendamento che consente all’Amministratore dei fondi degli assenti di disporre
delle terre e cederle alla cosiddetta Autorità di sviluppo, gestita dal
Dipartimento delle Terre d’Israele, che a sua volta controlla il 93% della
terra nello Stato ebraico. Successivamente, l’Autorità di sviluppo destina i terreni
alle imprese di costruzione, come Amidar e Hmenota, attive nella edificazione
ed espansione degli insediamenti colonici israeliani illegali per il diritto
internazionale, in Cisgiordania e, soprattutto, a Gerusalemme Est.
Questo meccanismo venne
successivamente utilizzato, dopo la Guerra dei 6 Giorni del 1967, per facilitare
l’accaparramento, in Cisgiordania e, soprattutto, a Gerusalemme Est, di terre e
abitazioni possedute da palestinesi, che al momento del successivo censimento
non si trovavano nelle proprie case, perché divenuti profughi anch'essi.
Gerusalemme...
Gerusalemme
è divisa in due parti dal gennaio del 1949, dalla fine della prima guerra
combattuta fra arabi e israeliani e vinta da questi ultimi. L’armistizio sancì
che Israele si tenesse la parte ovest della città, mentre la Giordania, che
durante la guerra aveva occupato la parte est di Gerusalemme e l’odierna
Cisgiordania, mantenesse il controllo di questa parte della città, quella
palestinese, che tuttora è abitata in prevalenza da arabi. Fra Gerusalemme
ovest e Gerusalemme est e ai bordi della Cisgiordania fu tracciato un confine,
passato alla storia come Green Line
(linea verde).
La situazione è cambiata nel 1967, al termine della cosiddetta Guerra dei sei giorni: Israele vinse anche quella guerra e conquistò, oltre al Sinai egiziano, le terre palestinesi di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme est e le Alture del Golan siriane di cui tutt’oggi mantiene il controllo militare nonostante la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu n. 242 intimasse il ritiro dai territori occupati. Successivamente Israele ha proceduto ad inglobare un’ampia zona di quartieri limitrofi ebraici nel territorio che considera Gerusalemme est, nell’intento di diluirne il carattere palestinese.
L’ONU e i principali paesi occidentali non hanno mai riconosciuto l’annessione di Gerusalemme est a Israele, mentre invece hanno riconosciuto le conquiste del 1948: di conseguenza considerano Gerusalemme est, sotto occupazione militare israeliana, appartenente al nuovo stato della Palestina. La Green line da allora è il punto di partenza per le richieste palestinesi nelle negoziazioni di pace, ma Israele, al di là delle dichiarazioni non intende restituire i territori conquistati militarmente.
2)Quale
è la situazione relativa all’assetto costituzionale di Israele?
Risponde Alessia Zaffora:
Lo stato
di Israele è uno dei pochi stati a livello mondiale privo di una costituzione
formale nonostante la “dichiarazione di istituzione dello stato di Israele” del
14 maggio 1948 avesse disposto che un’Assemblea costituente avrebbe dovuto
elaborarne una entro il 1° ottobre dello stesso anno.
Lo scoppio
della prima Guerra Arabo-Israeliana (1948-49) il giorno seguente e l’incapacità
dei diversi gruppi della società israeliana di concordare sullo scopo,
sull’identità e su una sua visione a lungo termine dello Stato sfociarono nella
cosiddetta “Decisione Hariri” del 13 giugno 1950, la quale stabilì di procedere
gradualmente attribuendo alla Knesset, l’assemblea parlamentare, il compito di
promulgare una costituzione capitolo per capitolo.
Questa
decisione, tuttavia, suscitò l’opposizione di Ben Gurion, fondatore dello stato
di Israele e prima persona a ricoprirne l'incarico di Primo ministro. Fiero
sionista, fu leader dell'Organizzazione sionista mondiale nel 1946 e contribuì
nel 1968 alla nascita del Partito Laburista, partito progressista di
centro-sinistra che ha guidato Israele fino a metà degli anni ’90.
A partire dagli anni ’50 la Knesset approvò una serie di Leggi Fondamentali riguardanti principalmente l’assetto istituzionale dello stato, i rapporti tra i vari organi e la protezione dei diritti civili, che solo al termine dell’intero processo legislativo sarebbero stati assemblati in una costituzione completa ed effettiva; processo poi non concretizzato.
3)
Quale risulta la situazione istituzionale dello stato di Israele?
Risponde Christian Fratianna:
La fondazione dello stato di Israele è un evento significativo
nella storia del Medio Oriente e ha avuto luogo alla mezzanotte del 14 maggio
1948, proprio al momento della scadenza del Mandato sulla Palestina storica
concesso dalla Società delle Nazioni ai britannici nel 1920, sulla porzione di
territorio assegnatale dalla Risoluzione Onu 181 del 29 novembre 1947, detta
Piano di Partizione della Palestina.
Carta 3:
Risoluzione Onu 181, assegnazione delle terre della Palestina storica: 56% agli
ebrei presenti in 630.000 in tutta la Palestina storica, il 42% ai palestinesi
in totale 1.323.000 e il 2% sotto controllo internazionale
Questo
evento è stato il culmine di decenni di sforzi sionisti per stabilire uno stato
ebraico in Palestina, in risposta alle persecuzioni antisemite in Europa e al
desiderio di avere un luogo sicuro per gli ebrei.
La
Dichiarazioni di Indipendenza di Israele è stata proclamata da David Ben Gurion,
diventando rimo ministro del nuovo stato.
La sua
fondazione ha portato a conflitti con le popolazioni arabe locali e ha segnato
l’inizio di decenni di tensioni e conflitti nel territorio di Palestina e con gli
stati arabi limitrofi.
Israele è
una repubblica parlamentare con un sistema multipartitico le cui istituzioni
principali sono:
·
La Knesset, cioè il parlamento, che detiene il
potere legislativo ed è composta da 120 membri eletti tramite elezioni espletate
con un sistema proporzionale ogni 4 anni.
·
Il Presidente, cioè il capo dello stato che ha
funzioni simili a quello italiano.
·
Il Governo, guidato dal primo ministro che espleta
funzione esecutiva.
·
La Corte suprema, cioè il più alto tribunale
del paese con sede a Gerusalemme, il cui edificio risale al 1992.
Lo stato
di Israele è stato sempre definito sin dalla sua fondazione come lo stato “ebraico
sostanziale”, subendo tuttavia la trasformazione in stato “ebraico ufficiale” a
seguito dell’approvazione, il 18 luglio 2018, della quattordicesima Legge
fondamentale: "Israele Stato-Nazione del popolo ebraico". Questa
legge ha definito per la prima volta, a seguito di un processo durato decenni,
lo stato come “la casa nazionale del popolo ebraico” istituzionalizzando ufficialmente
ai massimi livelli legislativi la sua giudaizzazione.
4) Quali elementi innovativi ha introdotto la
quattordicesima legge fondamentale di Israele?
Risponde Ji Jyaiu:
La 14ª Legge Fondamentale di Israele,
approvata nel 2018, è considerata un documento
costituzionale molto significativo in quanto ha introdotto diversi elementi
innovativi:
● Israele come Stato-Nazione del Popolo Ebraico: La
legge dichiara Israele come lo Stato-Nazione del Popolo Ebraico, affermando che
il diritto all'autodeterminazione nazionale è unico per il popolo ebraico.
Questo ha sollevato alcune critiche, sostenendo che potrebbe discriminare le
minoranze non ebraiche all'interno di Israele.
● Simboli Nazionali. La legge stabilisce che l'inno
nazionale di Israele è Hatikvah, la bandiera è la quella di Israele e
Gerusalemme è la capitale del paese (La città fu proclamata capitale di Israele
nel 1950. Tale proclamazione non è stata mai riconosciuta come valida dalle maggiori
autorità internazionali ed è stata condannata da Risoluzioni ONU non vincolanti
e sentenze di Corti internazionali, poiché la città di Gerusalemme comprende
territori non riconosciuti come israeliani dal diritto internazionale). Questi
elementi riflettono l'identità nazionale ebraica di Israele.
● Lingua Ufficiale. La legge dichiara che l'ebraico è
la lingua ufficiale di Israele, mentre l'arabo ha uno status speciale. Questo
ha suscitato preoccupazioni riguardo alla posizione delle minoranze
linguistiche e la coesistenza tra gli ebrei e gli arabi all'interno dello stato.
Israele è uno stato caratterizzato da diversità etnica. La composizione etnica
del paese include principalmente ebrei, arabi e altre minoranze. La popolazione
ebraica costituisce la maggioranza (73,6%), mentre gli arabi (21,1%), che
possono essere sia musulmani che cristiani, sono la principale minoranza. Oltre
a ebrei e arabi, ci sono comunità di drusi, beduini, circassi e altre minoranze
etniche (in totale 5,3%). La diversità culturale e religiosa è una
caratteristica importante di Israele, che contribuisce alla complessità e alla
ricchezza della sua società.
● Conservazione e Promozione delle Comunità Ebraiche.
La legge impone allo stato di sostenere e preservare le comunità ebraiche nel
mondo e di facilitare l'immigrazione ebraica in Israele (legge del ritorno,
aliyah in ebraico letteralmente salita, questa legge garantisce la cittadinanza
israeliana a ogni persona di discendenza ebraica del mondo, purché si
trasferisca in Israele con l'intenzione di viverci e di rimanervi e a condizione,
se ancora in età, di compiere il servizio militare, della durata di tre anni per
i maschi e di due per le femmine).
5) Che cosa
si intende per apartheid e quali sono le principali organizzazioni che si
occupano dei diritti umani?
Risponde Ji Jyaiu:
Amnesty International è un'organizzazione non
governativa (ONG) internazionale che si impegna per i diritti umani. Essa
investiga e documenta violazioni dei diritti umani in tutto il mondo e lavora
per porre fine a tali abusi attraverso campagne di sensibilizzazione, advocacy e
azioni legali.
B'Tselem
è un'organizzazione (ONG) per i diritti umani con sede in Israele che monitora
e documenta le violazioni dei diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati
da Israele, così come all'interno di Israele stesso. Il loro lavoro include la
pubblicazione di rapporti, la raccolta di testimonianze e il fare pressione per
il rispetto dei diritti umani da parte delle autorità israeliane.
Il 1
febbraio 2022, Amnesty International ha pubblicato un dettagliato rapporto
sulla questione palestinese, lungo 278 pagine, frutto di quattro anni di
ricerca sul campo e analisi legale. Il rapporto conclude che Israele ha
istituito un "crudele sistema di dominazione" che considera il popolo
palestinese come un gruppo etnico inferiore. Questo sistema include massicce requisizioni
di terre, uccisioni illegali, trasferimenti forzati e limitazioni al movimento
personale, configurando secondo il diritto internazionale un crimine di
apartheid. Amnesty ha inviato il rapporto all'ufficio del procuratore della
Corte penale internazionale, che ha già avviato un'indagine.
Questo
annuncio si aggiunge alle denunce precedentemente fatte da altre organizzazioni
come B'Tselem che in un rapporto del 12 gennaio 2021 ha parlato di un
"regime di supremazia ebraica" simile all'apartheid sudafricano, e
Human Rights Watch, che ha pubblicato un rapporto del 27 aprile 2021 affermando
che i palestinesi vivono sotto un regime di apartheid nei territori che
comprendono Cisgiordania, Striscia di Gaza e Israele. Il termine apartheid ha
oggi una valenza legale definita dalla Convenzione sull'apartheid e dallo
statuto di Roma della Corte penale internazionale, considerando il crimine di
apartheid un crimine contro l'umanità.
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