La tragedia del Ponte Morandi non ha insegnanto niente

Le disgrazie non vengono mai a caso specie se per anni non hai curato il territorio, se la manutenzione di strade, ponti e territorio è stata rinviata o fatta male con pochi soldi a disposizione e un numero esiguo di tecnici preposti al controllo.

Chi pensava che la tragedia del crollo del Ponte Morandi a Genova avesse segnato una svolta dovrà ricredersi alla luce di quanto accaduto oggi nei pressi di Sarzana  dove il ponte tra Bettola e Albiano (che collega  le due sponde del fiume Magra a dividere le province di Massa .Carrara e  La Spezia) è crollato e, solo per un caso fortuito, non ci sono stati morti ma solo due feriti.

Un comunicato ufficiale parla di cause ancora da accertare, sono intervenuti in forza vigili del fuoco e operai per la messa in sicurezza dell'area al fine di scongiurare fughe di gas e di acqua.

Ma perchè un ponte puo' crollare ? Perchè nessuno lo ha controllato per anni oppure sono stati sottovalutati gli allarmi lanciati dagli amministratori locali che pare abbiano denunciato da tempo alcuni problemi strutturali. 

Si apriranno inchieste per appurare le responsabilità ma apprendiamo dalla stampa che già a Novembre 2019 si erano registrate vistose crepe ma l'Anas pare non le abbia prese nella dovuta considerazione.
Resta il fatto che oggi si leggono decine di comunicati stampa , tutti a discettare su infrastrutture e manutenzioni, si coglie l'occasione per invocare la riapertura dei cantieri e delle attività mal digenerendone la chiusura per contenere il contagio da Coronavirus.

La riflessione giusta è ben altra: o si rimette al centro dell'operato pubblico la tutela del territorio, dei fiumi, delle acque e dell'ambiente, o si prepara un piano di controllo delle infrastrutture oppure continueremo a ragionare in termini imprenditoriali guardando solo al guadagno derivante dai cantiere. Ma esistono opere utili ed altre inutili, interventi urgenti ed indispensabili ed altri differibili, priorità da anteporre alla brama di profitto di pochi.

Ad esempio in Toscana ci sono oltre 600 tra ponti, cavalcavia  e viadotti bisognosi di cura e attenzione, nel resto del paese saranno migliaia le strutture da monitorare. Per mettere in sicurezza strade, viadotti e ponti serve investire nella manutenzione del territorio e non nelle grandi opere.

Ricordiamocelo e alle dichiarazioni di intenti facciamo seguire i fatti. E che la storia sia da insegnamento e da monito per non ritrovarci tra qualche mese nella stessa situazione.

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