Regolarizzare migranti? Basta vedere il Portogallo. E perchè gli over 60 devono stare a casa se poi li mandiamo a lavoro?

Studi scientifici e statistici dimostrano che nei ghetti e nelle bidonville la mortalità è tanto elevata quanto bassa è l'aspettativa di vita.
Se poi pensiamo che in base alla presunta aspettativa di vita hanno alzato l'età pensionabile, verrebbe da dire che dovrebbero cancellare la Fornero in tempi nei quali la mortalità diventa elevata e si parla di over 60 a casa per mesi salvo poi costringerli a recarsi nei luoghi di lavoro dove, stando ad altre ricerche, è piu' facile contagiarsi.

Fatto sta che l'Inail (https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/news-ed-eventi/news/news-coronavirus-fase-2-documento-tecnico-lavoro-2020.html) ha redatto da giorni un documento di cui consigliamo vivamente la lettura. Perchè quel documento andrebbe applicato in ogni luogo di lavoro, si parla di ritorno scaglionato nei luoghi di lavoro, si classifica il rischio secondo i parametri di esposizione, prossimità, aggregazione, si parla senza mezzi termini della necessità di un nuovo modello di sicurezza che va ben oltre l'aggiornamento del documento di valutazione dei rischi,  si conferma quanto detto da molti (inascoltati) sui luoghi di lavoro nei quali molti hanno contratto il contagio.

Ora, in vista della fase due, si rende necessario un nuovo protagonismo dei lavoratori e delle lavoratrici per non subire decisioni dall'alto ma allo stesso tempo non limitarsi a protocolli generici che alla fine non entrano nel merito delle questioni dirimenti come la organizzazione degli ambienti di lavoro, dei processi produttivi.

E' questo un progetto ambizioso ma necessario perchè non vogliamo essere la carne da macello per il rilancio e la ricostruzione di un paese in macerie dopo i colpi assestati dalle politiche di liberalizzazione e di austerità

Nei giorni scorsi piu' di un ministro ha invocato la necessità di regolarizzare parte della forza lavoro migranti in agricoltura, il ritorno alla cosiddetta normalità non ci puo' soddisfare se questa normalità si basa sul nero, sui salari da semi schiavitu', sul caporalato, su condizioni di vita e di lavoro disumane.

Le imprese spingono per una parziale sanatoria che metta in regola alcune migliaia di migranti da impiegare nella cura degli anziani (colf e badanti ad oggi senza ammortizzatori sociali), nel settore agricolo e florovivaista. Lo ripetiamo : non si tratta di regolarizzare parzialmente solo chi deve essere impiegato a cottimo , spedito a lavorare in condizioni di insicurezza, si tratta oggi di restituire dignità alla forza lavoro, italiana e migrante, costretta al nero, restituire dignità salariale e contrattuale agli invisibili che vengono da anni sfruttati sotto i nostri occhi.

La questione è di classe, non riguarda solo i migranti ma tutta la forza lavoro perchè il ritorno alla normalità non determini il ripristino del caporalato, del nero, del cottimo, dei ghetti a cielo aperto, delle impunità di impresari con pochi scrupoli.

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