Le conseguenze della pandemia sulla nostra salute...... e sulla nostra pelle!

La pandemia lascerà dei segni, anzi  molteplici le ripercussioni su quanti hanno subito lutti e malattie, l'immaginario collettivo sarà influenzato dalle ultime settimane di contagio.

In queste settimane il servizio pubblico ha palesato molte contraddizioni, la prima responsabilità è da attribuire ai tagli imposti dalle leggi dell'austerità ma anche alla incapacità della classe dirigenziale nella Pa, dell'Anci, di modificare in itinere gestione del personalità e modalità di erogazione dei servizi. Se processi innovativi sono necessari, serve quel salto di qualità che liberi il dipendente pubblico dai lacci della burocrazia, esempio eloquente è la lunga trafila dei cartellini sulle presenze da redigere a fine mese per non parlare poi delle difficoltà di operare da remoto o di deviare i telefoni degli uffici ad altri numeri. Sembrano questioni di facile soluzione ma vi assicuriamo che non lo sono.

Proviamo ad occuparci dello stress psico fisico e delle sue ripercussioni o meglio della salute mentale degli operatori sanitari?  La questione riguarda  non solo l'ambito sanitario ma tutto il mondo del lavoro.

Nelle cliniche non sono entrate figure come psicologi, psichiatri o assistenti sociali, non sono stati presenti nelle Rsa e neppure vicino alle famiglie degli ammalati e dei morti. Il supporto psicologico va indirizzato non solo a malati\contagiati ma a tutte le famiglie, dovrebbe essere indispensabile anche per le famiglie colpite dalla assenza di lavoro e senza riferimento negli uffici del sociale di aziende sanitarie ed enti locali:

Perfino i cittadini in quarantena lamentano scarse cure e zero supporto, lo stress psico fisico è stato interamente scaricato o sul personale sanitario o su quanti si sono trovati vittime del contagio o con il Coronavirus in famiglia. E un servizio pubblico che si rispetti avrebbe dovuto prevedere certi interventi, da qui la necessità di non parlare sic et sempliciter di servizi pubblici ma di ripensarli radicalmente perchè quelli attuali sono inadeguati e insufficienti.

Detto cio' è urgente ripensare e ricostruire interventi e servizi pubblici ma serve anche fare ben altro. Nel frattempo diventa sempre piu' importante rimettere mano a organizzazione del lavoro, degli ambienti, degli orari e farlo non nell'ottica di risparmiare penalizzando la forza lavoro. Sono questioni di carattere generale che dovremo affrontare nei luoghi di lavoro per non subirne le decisioni come sempre avvenuto da decenni ad oggi.

Intanto eccovi alcune considerazioni ulteriori sulla  tutela psico fisica degli operatori sanitari tratte dal seguente link: https://www.dors.it/page.php?idarticolo=3410

Segnali: stanchezza e tensione eccessive, ansia, insonnia, depressione, tristezza, rancore, impotenza, frustrazione o senso di colpa di fronte alla morte. Paura di essere infetti, paura della famiglia. Eccitazione eccessiva, rifiuto di un riposo ragionevole, non possono garantire la loro salute, ecc.
interventi:
  1. Effettuare una formazione sull’ intervento psicologico in situazioni di crisi prima di partecipare alle operazioni di accoglienza dei pazienti, comprendere la risposta allo stress e imparare a rispondere allo stress e regolare le emozioni. Condurre interviste preventive e discutere apertamente dei sentimenti interiori; sostegno e conforto; mobilitazione delle risorse; aiutare le parti a prepararsi psicologicamente allo stress.
  2. Mitigare le preoccupazioni degli operatori sanitari in prima linea, organizzando il supporto logistico e la rotazione mensile – per quanto possibile – del personale che lavora nell’area dell’isolamento
  3. Prevedere – per quanto possibile e in maniera ragionevole – momenti di rilassamento e riposo adeguati, e garantire un sonno e una dieta adeguati. Organizzarsi per alloggi vicini all’ospedale per il personale in prima linea.
  4. Cercare di garantire/mantenere il contatto e la comunicazione con la famiglia e il mondo esterno quando possibile.
  5. In caso di insonnia, depressione o ansia, dar la possibilità di ricorrere a un intervento professionale di supporto psicologico, o a un servizio di salute mentale, ad esempio chiamando la hotline di assistenza psicologica o un servizio psicologico online (l'intervento faccia a faccia di crisi psicologica può essere eseguito laddove le condizioni lo consentano). Se i sintomi non si alleviano in 2 settimane deve essere consultato uno psichiatra.
  6. Se si sono verificati sintomi di stress, è necessario regolare prontamente la posizione di lavoro e cercare un aiuto professionale.
Regola da tenere a mente:
  • per il sistema: far ruotare in maniera regolare i turni di lavoro
  • per l’operatore:  autoregolarsi e saper chiedere aiuto in caso di dubbi.


Commenti