La militarizzazione del territorio nuoce anche all'economia locale

 Uno dei luoghi comuni diffusi, o se preferite delle novelle alimentate dalla informazione mainstream è dato dall'idea che la presenza di militari sia anche un volano per l'economia nazionale.

Se leggiamo un dossier dell'Enac si apprende un'altra verità. Citiamo un passaggio eloquente del rapporto sul quale si è scatenata una polemica sui giornali contro il declassamento dello scalo di Pisa

Inoltre, altri aeroporti, come nel caso di Cagliari, Catania e Pisa, presentano vincoli operativi. Lo spazio aereo di questi aeroporti è, infatti, gestito dall’Aeronautica Militare che ne determina il massimo numero di voli commerciali.

Accanto al Galilei c'è l'aeroporto militare dove sorge anche un Hub militare destinato ad essere potenziato quando saranno completati i lavori di potenziamento della base Usa di Camp Darby e in prospettiva futura qualora venisse costruita anche la nuova base del Tuscania.

Per Enac alcuni scali aeroportuali non sono destinati a crescere (al di là di ogni legittima e necessaria considerazione sugli impatti ambientali derivanti dal trasporto aereo) per la presenza attiva e la gestione da parte dell'Aeronautica Militare che sappiamo svolgere, ad esempio a Pisa, un ruolo determinante.

Tutto nasce con la ristrutturazione delle Forze armate dentro il nuovo modello di Difesa, dal 2007 è avvenuta la fusione di due branche del Controllo Spazio Aereo: il Controllo del Traffico Aereo e quello della Difesa Aerea con l'aeronautica che ha acquistato sempre più spazio ed autonomia.

Chiunque oggi parli allora di grande opportunità per il territorio locale derivante dalla presenza dei militari forse dovrebbe rivedere le proprie certezze e non solo alla luce del rapporto Enac ma anche guardando a quanto accade in tutte le aree dove la preponderante presenza di basi e logistica militare rappresenta un elemento di freno per l'economia

CUB PISA


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