Quando il rinnovo dei contratti non rientra nell'agenda del Governo



 Il Governo Meloni ha inviato a Bruxelles gli aggiornamenti  del Programma di Bilancio per il nulla osta della Ue a seguito del quale seguirà il dibattito Parlamentare sulla manovra economica da approvare entro l'anno corrente. 

Si conferma la riduzione dei fondi destinati alla sanità nel prossimo triennio, una decisione già annunciata dal Governo Draghi e fatta propria oggi dal nuovo Esecutivo.

Questa nota  di aggiornamento conferma le infauste previsioni: si taglieranno fondi al reddito di cittadinanza per finanziare le missioni militari all'estero, non viene prevista alcuna spesa per il rinnovo dei contratti nazionali della Pubblica amministrazione che, nonostante la firma degli ultimi Ccnl, sono scaduti da  quasi un anno.

Nulla è dato sapere quando saranno destinati, e soprattutto con quale entità, i fondi necessari per il rinnovo dei contratti 2022\24, i 3,2 milioni di dipendenti pubblici potrebbero essere le vittime sacrificali della Manovra di Bilancio a conferma che la salvaguardia dei servizi pubblici è l'ultimo dei pensieri del Governo in carica. 

Perchè le priorità della Meloni non sono i servizi pubblici (qualche privatizzazione è pur sempre in agguato) ma le misure per gli autonomi e per le famiglie senza per altro ampliare il welfare state, accogliere le richieste delle parti datoriali, derogare per un altro annetto alla Fornero in materia di pensioni ma senza mettere in discussione l'aumento dell'età pensionabile. Tutte misure che alla fine accontenteranno parte dell'elettorato senza mai entrare nel merito di come riorganizzare la spesa previdenziale, quella legata ai servizi pubblici, il fisco nel suo complesso, si guadagna solo tempo in attesa di tempi migliori per l'economia, da qui a parlare di cambiamenti corre grande differenza anzi siamo in piena continuità con i governi del passato.

Non ci meraviglia la dimenticanza dei fondi necessari ai nuovi contratti  esclusi dalle previsioni di spesa della prossima manovra economica. 

Perchè nell'iter parlamentare  almeno parte di questa spesa potrebbe ritornare in qualche voce del Bilancio, soffermiamoci invece su una  semplice  considerazione: i rinnovi contrattuali, gli investimenti nei settori pubblici (scuola, sanità, welfare) non rappresentano una priorità per il Governo e dopo anni di blocco della contrattazione, di perdita di potere di acquisto,  dopo le irrisorie risorse destinate con anni di ritardo ai nuovi Ccnl, si capisce bene come sia ritornato l'atavico pregiudizio verso il Pubblico.

E con questo stato di cose dobbiamo iniziare a misurarci  non solo per quanto concerne i rinnovi contrattuali ma su innumerevoli materie come fisco, previdenza, sanità e istruzione.

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