Nei prossimi anni, con la nuova indicizzazione, la spesa previdenziale diminuisce. Dove sta l'inganno?

                                            

La riscrittura dei meccanismi di rivalutazione delle pensioni ha un solo obiettivo: ridurre la spesa previdenziale e in questa ottica si sta muovendo la Legge di Bilancio del Governo Meloni

Nel 2023  la spesa calerà di 2,12 miliardi di euro , dal 2024 il risparmio sarà di 4 miliardi all’anno, tra il 2023 e il 2032 la spesa complessiva per le pensioni calerà di 36,8 miliardi di euro.

Questi "risparmi" serviranno ad accrescere il potere di acquisto delle pensioni medio basse e a restituire fondi al welfare? O piuttosto continueranno le politiche dei bonus a discapito del potere di acquisto e di contrattazione impoverendo al contempo il welfare state?

Anche il fondo per la riforma fiscale, creato dalla legge di bilancio 2021, sarò tagliato , nessuna Patrimoniale all'orizzonte e tanto meno la reintroduzione delle aliquote fiscali senza le quali i redditi elevati continueranno a pagare meno tasse. In compenso sarà rafforzata la Fat tax per gli autonomi e continueranno le detassazioni dei premi di produttività che servono a conquistare margini di produttività maggiori senza corrispondere salario (da qui la spinta a tenere basso il potere di acquisto) ma solo servizi rafforzando al contempo sanità e previdenza integrativa.

Nel solco di Confindustria si sta muovendo il nuovo Governo al pari dell'Esecutivo che lo ha preceduto.

L'uscita dalla crisi, se di crisi possiamo parlare, non sarà determinata dalla ripresa del potere di acquisto e di contrattazione, non è casuale che la Manovra di Bilancio rinunci a finanziare il rinnovo dei contratti della Pa (scaduti da un anno) scegliendo invece la strada di un bonus che acuirà per altro le disuguaglianze salariali e che potrebbe essere una sorta di anticipo, decisamente al ribasso, dei prossimi aumenti contrattuali.

La politica dei bonus rappresenta una ferita, o un danno, per il potere di acquisto e di contrattazione, se non saranno contentini elettorali di sicuro rappresenteranno un attacco al potere contrattuale lasciando la politica salariale dentro l'alveo della riduzione salariale e della lenta erosione del sindacato nel suo complesso.

E al contempo non viene rivista la dinamica perversa che porta ad aumenti contrattuali irrisori, si rinvia di un solo anno il ritorno a pieno regime della Fornero, non si aumentano in maniera stabile le pensioni medio basse.

Il partito unico del contenimento del debito potrà dormire sonni tranquilli!


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