Bielourssia. Aggiornamento politico.


Di yuri Colombo (18 agosto)


1. Come era evidente le diplomazie sono al lavoro. Al di la delle parole un qualche compromesso lo stanno cercando tutti perchè qui non siamo nell'Ucraina del 2014 per moltissimi motivi. Chi agita la rivoluzione arancione non fa che coazione a ripetere di un altro contesto politico-culturale. Politicamente è un asino. Lo cerca Putin il compromesso: le economie russa e bielorussa sono complementari. Oggi Kommersant - il giornale di Confindustra russa -dice che se scioperi e fermate continuano gli effetti sull'economia russa inizieranno a sentirsi solo tra ottobre e novembre ma saranno consistenti. Inoltre l'immagine di un paese slavo ancora più fratello di quanto non fosse già l'Ucraina in subbuglio alimenta le proteste che attraversano la stessa Russia. Non è per ora in discussione il potere putiniano ma certe cose maturano e si alimentano nel sottosuolo per anni e anni. Vuole un compromesso anche la Ue. Sanno benissimo che l'economia bielorussa funziona solo in relazione con la Russia e i prodotti dell'industria leggera e alimentari bielorussi sono inesportabili in occidente. Vogliono mettere un cuneo ad est più che aggiungere una stella alla Ue . "Curare" l'economia bielorussa in chiave neoliberale non sarebbe un giochetto: la classe operaia di quel paese non è prona come si sta vedendo in questi giorni. Va aggiunto che i bielorussi hanno ottime relazioni con la Russia a prescindere dai governi: in questi giorni in piazza non c'era un cartello contro "il grande fratello" benché di motivi per accusare la Russia di collusione con Lukashenko ci sono . Quindi cancellerie al lavoro e vedremo che topolino partoriranno.
2. C'è la classe operaia in campo e un grande movimento popolare. Nell'agosto 2020 quando la sinistra italiana si affida ai Giuseppi e se dici qualcosa ti dicono "Eh ma cosa vuoi i soviet?" giungono segnali potenti di mobilitazione di massa. Certo il contesto sociale è diverso ma il messaggio confuso - e come potrebbe essere altrimenti? - che giunge da est è chiaro: si se puede! Si assite in questi giorni a forme di democrazia dal basso nei quartire e nelle aziende ad allusioni di contropotere, al potere costituente come in modo eccellente ha sintetizzato Toni Negri. Anche se stamattina tutto dovesse finire, resterà negli occhi e nei cuori di chi ha vissuto queste giornate una sensazione: le masse possono tutto. In condizioni determinate è ovvio ma la storia non sembra proprio finita e vale la pena dare battaglia per indirizzare il mondo verso il meglio e verso il giusto.



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